Accordo raggiunto per i 13 dipendenti della San Francesco Srl Unipersonale, revocato il trasferimento dell’impiegata Maria Grazia Vasi nel punto vendita di Gioia Tauro ed impegno assunto dall’azienda di saldare le ulteriori mensilità in sospeso (novembre e tredicesima 2016), dopo il versamento della mensilità di ottobre.
Chiarificatore l’incontro sindacale svoltosi a Messina tra Carmelo Garufi, segretario provinciale Filcams CGIL, Eliseo Gullotti, segretario provinciale Uiltucs UIL, Tommaso Donato e Luciano Ferro, rispettivamente amministratore unico e consulente aziendale della San Francesco Srl. Dallo scorso 27 dicembre Carmelo Barbera, Marco Melis, Carlo Muglia, Giuseppe Arasi, Maria Nocifora, Stefano Lanza, Alessio Bontempo, Franca Scaffidi Gennarino, Carmelo Buzzanza, Francesco Cicirello, Emilia Patti e Daniela Artino affiancati da Orlando Latino, segretario della locale Camera del Lavoro CGIL, hanno incrociato le braccia ed avviato la vibrante protesta per ottenere gli stipendi pregressi, dopo aver appreso la notizia dello spostamento dell’impiegata Vasi che, colta da malore è stata ricoverata nel locale ospedale per le cure del caso.
Grande soddisfazione per la conclusione della vertenza dei lavoratori della San Francesco Srl è stata espressa dal segretario Orlando Latino. ”In virtù dell’accordo raggiunto è stata revocata la trasferta di Maria Grazia Vasi, una lotta questa, divenuta simbolo della difesa e della tutela non solo dei diritti dei lavoratori, ma anche della dignità del lavoro. Ringraziamo quanti ci sono stati vicini in questi giorni difficili, dalle istituzioni locali alle tantissime persone, le quali hanno manifestato nei nostri confronti solidarietà e sostegno e ci hanno spronato ad andare avanti con coraggio”. “Siamo convinti- conclude Latino- Che per il futuro non avranno più a ripetersi situazioni di questo tipo, poiché qualsiasi esigenza organizzativa riguardante il personale, sarà preventivamente discussa e concordata con i rappresentanti sindacali aziendali.”
“Siamo felici- dichiara il portavoce dei lavoratori Carlo Muglia- Non volevamo danneggiare nessuno con la nostra azione, solo tutelare la nostra dignità di padri e madri di famiglia ed il sacrosanto diritto al lavoro ed alla retribuzione, alcuni di noi in evidente difficoltà economica sono stati costretti persino ad impegnare o vendere l’oro e gli oggetti di valore, non potendo arrivare a fine mese”. (@G.Pensavalli)