A pochi giorni dalla sua nascita, il primo gennaio 1922, il famoso attore Tano Cimarosa, avrà finalmente una degna sepoltura, nel Gran Camposanto di Messina, tra gli uomini illustri. Una lapide con un epitaffio prenderà il posto dell’anonima colata di cemento, che non rendeva giustizia ad un personaggio amato non solo dai messinesi e ricordato tra i piuù grandi caratteristi del cinema italiano.
Tredici anni di attesa (uno trascorso nel famigerato “deposito” dopo la morte avvenuta a Casa Serena il 24 maggio 2008) e un complicatissimo iter burocratico, che si è concluso in queste ore come annunciato dal nipote Salvatore Arimatea, che in questi anni si è speso per rendere dignitosa la sepoltura di un artista che ha scelto di tornare a Messina, città in cui è nato e a cui ha reso onore con il suo lavoro.
“Dopo lunghe ed estenuanti peripezie, giri di carte e interminabili iter burocratici, impegni concreti e promesse vane, siamo riusciti a dare a Tano Cimarosa una degna sepoltura, commisurata al talento, alla fama, alla sua profonda umanità – dichiara Arimatea – A volte Messina dimentica, si impantana nell’incompiuto, trascura la propria memoria storica, disconosce il patrimonio artistico e culturale che le appartiene. Così per noi non è stato facile riportare Tano nel cimitero della città cui ha dato lustro in giro per il mondo, lasciare che riposasse nel cimitero monumentale ove giacciono i suoi cari e regalargli una lapide dignitosa. So che per i tanti cui “Zecchinetta” ha strappato un sorriso durante l’inopia del dopoguerra e per quanti l’hanno conosciuto poi sarà motivo d’orgoglio questa piccola grande vittoria. Ringrazio chi ha faticato insieme a me perché tutto ciò fosse possibile: Elvira Amata, Giuseppe Buzzanca, Maurizio D’Arrigo e Domenico Camaioni che mi hanno dato un concreto aiuto perché venisse collocato nella sezione Uomini Illustri del Cimitero Monumentale; Luca Donato, Francesco Mucciardi, Daniele Ialacqua che hanno fatto in modo che si provvedesse perché, in breve tempo, possa avere una dignitosa lapide e, in particolare, alla ditta Boncoddo Marmi e a José Villari di Todo Modo che hanno assunto l’impegno di realizzarla. Il prossimo obiettivo sarà la realizzazione di un monumento alla sua memoria, ci riuscirò certamente. Grazie di cuore a nome di mio zio e di tutti quanti gli vogliono bene!”
A Roma dove nei primi anni cinquanta del XX secolo inizia la carriera di attore impersonando quasi sempre lo stereotipo del siciliano medio, istintivo e sanguigno, dai ruoli comici a quelli drammatici.
La prima sua caratterizzazione di rilievo è quella del mafioso Zecchinetta ne Il giorno della civetta diretto nel 1967 da Damiano Damiani. In seguito compare accanto ad Alberto Sordi nel ruolo del padre di una numerosa famiglia ne Il medico della mutua, nel ruolo di un emigrato in Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata e infine nel ruolo di una guardia carceraria in Detenuto in attesa di giudizio. Magistrale è la sua apparizione in Pane e cioccolata di Franco Brusati del 1974 nel tragicomico ruolo dell’ emigrato Gigi.
Negli ultimi anni della sua vita era tornato alla tv in alcuni sceneggiati RAI e Mediaset, tra i quali Don Matteo nel ruolo di zio Carmelo, parente del maresciallo Cecchini (Nino Frassica).