Quanto accaduto ieri a Messina, prima,durante e dopo il derby con la Reggina, ha trovato ampio spazio sui media nazionali e persino in Rai. Mal gestito sul piano della comunicazione, era impensabile che tutto potesse finire cicoscritto a un forzatissimo ” volemose bene…”. Da Reggio Calabria qualcuno prova, in effetti, a pensare solo al campo.
“La classifica dice che la squadra ha bisogno di rinforzi. Come ha detto il presidente chi non ha dato il massimo andrà via e toccherà al direttore generale Gabriele Martino delineare le strategie”.
Ad affermarlo è Fortunato Martino, dirigente amaranto.
“Ieri in una partita sentitissima i ragazzi non hanno capito il significato del derby. Non ho visto l’agonismo che si richiede ad una gara così delicata. La squadra non me ne voglia, ma forse l’ambiente intimidatorio è stato condizionante”.
Qualcuno ricorda come all’andata qualcuno (sì, fu un giocatore del Messina, Antonio De Vito, ndr) sostenne che la Reggina, a Messina, avrebbe ricevuto lo stesso trattamento del Granillo: “A Reggio nessuno si è permesso di alzare le mani a nessuno. Anzi tutti sapete quanto ci tenga il nostro presidente ad accogliere al meglio chi viene a Reggio. La società giallorossa non ci ha accolto con la stessa ospitalità ricevuta all’andata. Noi dirigenti. ma anche i giornalisti reggini, siamo stati fermati dalla Digos e ci hanno obbligato a posare col documento per delle foto identificative. Nessuno, però, si è preoccupato di quanto è accaduto nel tunnel”. Per il bus andato a fuoco, tutte le ipotesi sono ancora in piedi. Da sottolineare che in un derby che costò la retrocessione sul campo del Messina si registrarono incidenti con le Forze dell’Ordine, con arresti e daspati. (@G.Pensavalli)