La Rada San Francesco verrà nuovamente concessa alla società Caronte & Tourist fino al completamento del Porto di Tremestieri? Voci insistenti e ben informate dicono di si. Nonostante il “no al passaggio dei tir dal centro” e le promesse elettorali del sindaco Accorinti, nonchè un’ordinanza di cui il Tar ha rigettato i ricorso presentato dai traghettatori, che prevede la limitazione del traffico veicolare per i mezzi pesanti sugli unici tratti stradali che conducono al Molo Norimberga, presso il quale attraccano le navi CarTour dedicate alla linea di cabotaggio Messina/Salerno, e una ‘finestra diurna’ per l’utilizzo del Molo Norimberga nelle fascia oraria 14-15, per i mezzi pesanti che, sbarcati, dovevano lasciare l’approdo, e nella fascia oraria 15-17, per i mezzi pesanti diretti all’imbarco.
A sollevare la questione all’interno di Palazzo Zanca è Cambiamo Messina dal Basso, che incalza il presidente dell’Autorità portuale Antonino De Simone affinché collabori con l’amministrazione comunale per liberare quel tratto di costa attualmente usata per gli approdi privati. Il movimento politico, che in consiglio comunale ha quattro esponenti, si rivolge all’Authority con una lettera aperta invitandola a chiarire le proprie intenzioni, dove ricorda cheil nuovo Piano regolatore portuale, in fase di approvazione, non prevede la possibilità di utilizzare la Rada San Francesco per operazioni di imbarco e sbarco.
Ecco la lettera firmata dai rappresentanti di Cambiamo Messina dal Basso Federico Alagna, Vittoria Faranda, Ivana Risitano e Cecilia Caccamo.
“Egr. Dott. De Simone,
come noto, la concessione della Rada San Francesco, ottenuta dalla società Caronte & Tourist nel’ottobre 2013 (ma siglata a marzo 2014, ben sei mesi dopo l’aggiudicazione, in maniera inspiegabile e con possibile danno per l’erario), è prossima alla scadenza. Le preoccupazioni della città in merito all’argomento sono, da decenni, altissime: non è un caso che quella concessione fosse stata, quindi, bandita con una durata limitata nel tempo e non rinnovabile.
Il tratto di lungomare che dal Ringo arriva alla foce del torrente Giostra, che i più grandi ricordano ancora popolato dai bagni Vittoria e Principe Amedeo, ormai dagli anni ‘60 costituisce una cesura, l’ennesima, tra Messina e il suo mare. E non è bastato, per restituire alla città questo tratto di costa, che siano stati spesi negli anni decine di milioni di euro – soldi pubblici, è bene ricordarlo – per la progettazione e la costruzione di un approdo, prima, e di un porto, poi, a Tremestieri, destinato ad assorbire l’intera domanda di traffico gommato da e per la Calabria.
La volontà della città in tema di pianificazione territoriale su quel tratto di costa è chiara. E lo è ancor di più se guardiamo all’approvando Piano Regolatore Portuale che esclude in maniera netta la possibilità di utilizzare la Rada come molo di approdo per le operazioni di imbarco e sbarco. Non a caso, basta leggere i verbali dell’ultima concessione per trovare le preoccupazioni diffuse, specie degli enti di rappresentanza democratica popolare, per un bando che avesse una durata considerata troppo estesa (tre anni).
I cittadini e le cittadine, lo ribadiamo, si sono espressi negli anni in maniera netta: tutto il gommato, pesante e leggero, deve lasciare il centro cittadino.
Cionondimeno, ulteriori preoccupazioni, per l’impatto con l’ambiente e le attività antropiche, le destano in particolar modo i TIR. L’ultima dibattuta concessione prevedeva in maniera categorica “l’esercizio dell’attività di auto traghettamento (passeggeri, autovetture, pullman ed in casi di comprovata impossibilità di utilizzare l’approdo di Tremestieri anche mezzi pesanti) in località Rada San Francesco”.
I mezzi pesanti avrebbero, quindi, potuto transitare esclusivamente in caso di comprovata impossibilità dell’utilizzo di Tremestieri. Tolti i (relativamente pochi) giorni di chiusura dell’approdo a sud, tolta anche qualche contingenza particolare, è inaccettabile che i TIR abbiano continuato e continuino tutt’ora a transitare dalla Rada, come ampiamente documentato. La teoria, abusata e un po’ risibile, del “se vengono non li possiamo non accettare” non può essere in alcun modo tollerata. Se un tabaccaio vende sigarette a un minore “perché viene”, lo Stato revoca immediatamente la concessione. Non ci sembra che una simile e giusta intransigenza sia mai stata applicata in questo caso, nonostante le norme lo consentissero.
Crediamo che ogni regola possa essere migliorata e che quindi, in democrazia, si possa e si debba discutere. Ma non può non essere applicata. Altrimenti viene meno il principio stesso della democrazia: l’uguaglianza tra cittadini. Questi atti di arroganza pertanto non possono essere più accettati.
Come detto, la concessione è in scadenza e alcune sue dichiarazioni lasciano intendere che la volontà dell’Autorità Portuale sia quella di emanare un nuovo bando per la concessione della Rada sino al completamento del Porto di Tremestieri. Noi non crediamo, però, che questa sia una scelta pacifica.
In considerazione di tutto ciò, desideriamo chiedere:
– di condividere al più presto con le istituzioni rappresentative della volontà popolare (che, all’indomani dell’elezione di Accorinti, avevano accettato la concessione in essere purché fosse l’ultima prima della svolta) e con la città intera le soluzioni studiate per lo smaltimento del gommato leggero e pesante, in attesa del completamento del Porto di Tremestieri;
– di chiarire in che modo l’Autorità Portuale vorrà dare giusta considerazione alla volontà della comunità messinese che questo tratto di costa venga restituito alla città, attraverso l’eventuale realizzazione di soluzioni alternative fattibili e di minore impatto sulla vita della nostra comunità;
-di rendere noto, qualora l’intenzione dell’Autorità Portuale fosse effettivamente la prosecuzione dei servizi di traghettamento del gommato leggero dalla Rada San Francesco, quali strumenti dovrebbero garantire in modo assoluto la fine degli abusi da parte dei concessionari con il traghettamento anche di mezzi pesanti”.