Banda del buco sgominata dai Carabinieri di Milazzo

Specialisti nei furti in abitazione, hanno svaligiato appartamenti tra San Filippo del Mela e Milazzo, fino alla cattura da parte dei Carabinieri, che hanno messo fine alle scorribande. Nella mattinata di oggi, infatti, i militari della Compagnia Carabinieri di Milazzo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto su richiesta della locale Procura della Repubblica, a carico di quattro soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata a furti in abitazione, ricettazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

In carcere Giuseppe MURABITO classe 84 e  Paolo Francesco MUSOLINO, classe 86, rispettivamente promotore e ricettatore del sodalizio criminale, mentre è stato sottoposto agli arresti domiciliari Francesco PERRONI, classe 1991, ritenuto dagli inquirenti braccio destro del Murabito. Misura più lieve per M.S. classe 82, destinataria di un obbligo di dimora nel Comune di Milazzo, atteso che dalle indagini condotte avrebbe partecipato ad un solo furto.

La misura scaturisce da un’intensa attività info-investigativa sviluppata dal personale del N.O.R.M. – Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Milazzo, che ha permesso di acquisire utili e validi elementi probatori a carico degli odierni indagati, permettendone l’identificazione e la cattura.

MURABITO GIUSEPPEL’ attività investigativa è iniziata nel mese di Marzo del corrente anno allorquando, dinanzi all’ennesimo reato predatorio verificatosi nel territorio mamertino, è stato possibile coniugare gli indizi operativi provenienti da precedenti ed analoghe fattispecie di reato con le risultanze acquisite sulla scena criminis, permettendo al Reparto Operante di far luce su un agguerrito sodalizio criminale, composto da soggetti tutti gravati da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio ed in materia di stupefacenti che, nel corso delle attività d’indagine, dimostravano una particolare scaltrezza, unita ad una pervicace audacia, nell’introdursi, soprattutto nel corso delle ore notturne, all’interno delle abitazioni disseminate nel comprensorio Milazzese e Barcellonese, site non solo in aree isolate ma altresì in zone popolate e centrali, che dapprima razziavano e poi abbandonavano indisturbati.

MUSOLINO PAOLO FRANCESCOTra gli episodi che hanno permesso di far luce sulle scorrerie dei rei ve n’è uno, in particolare, che risulta sintomatico della spregiudicatezza e della totale amoralità dei componenti il sodalizio in parola e che si verifica nel corso del mese di Aprile del presente anno allorquando uno dei rei, approfittando dei festeggiamenti in corso in un noto locale del comprensorio milazzese e che avevano come protagonista la propria cugina, non si faceva scrupoli, dopo aver svolto un’accurata attività di monitoraggio sia del luogo da “colpire” che del locale ove i suoi parenti erano “occupati”, a convocare la banda e ad introdursi, indisturbato, all’interno dell’abitazione degli ignari malcapitati, impossessandosi dei loro averi.

PERRONI FRANCESCOAll’attività predatoria, poi, si collegava direttamente quella in materia di stupefacenti essendo gli arrestati non solo diretti consumatori di sostanze psicotrope ma altresì uno di essi un vero e proprio pusher: gli stessi, infatti, dopo aver raccolto gli “ordinativi” tra gli abituali consumatori, si recavano a Messina per reperire i quantitativi richiesti, tornando immediatamente indietro per soddisfare le commesse assunte. In particolare l’attività investigativa consentiva di appurare che i sodali una volta messo a segno il furto si recavano a Messina per acquistare la sostanza stupefacente dal loro fornitore che in cambio della sostanza stupefacente riceveva la merce rubata. Infatti l’attività d’indagine ha permesso di evidenziare come i viaggi compiuti nella città di Messina si verificavano non solo in concomitanza con gli ordinativi richiesti dai consumatori vicini al gruppo ma anche, e soprattutto, prima e dopo i furti che gli odierni arrestati mettevano a segno nel comprensorio mamertino, ciò a significare non solo che la refurtiva, con ogni probabilità, serviva per “pagare” le loro esigenze di droga non escludendo, altresì, che i furti venissero scientificamente eseguiti per reperire beni che poi venivano opportunamente ricettati dal loro fornitore di sostanze stupefacenti.

 

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