Si trovano nel centro per l’accoglienza degli adulti maschi, ma sono minorenni e donne. E mentre sui social imperversa il logo “no violenza sulle donne”, al Palanebiolo si consumano gravi violazioni ai danni di 11 giovani nigeriane, che senza un minimo di “buon senso” sono state allocate in un centro per adulti, esponendole a rischi che sono diventati realtà.
Le undici giovani donne hanno raccontato di come è difficile anche fare la doccia: gli uomini, infatti, aprono le porte e le molestano con approcci di tipo sessuale, minacciandole di possederle una volta incontrate fuori dal campo.
E per queste ragazze anche giocare a pallone, una delle poche attività possibili nel centro affidato alla Senis Hospes, diventa un problema. In realtà nonostante la società si sia aggiudicata la gara per la gestione del centro la scorsa settimana, e sul sito ufficiale il Palanebiolo compare tra l’elenco dei CPA, Benni Bonaffini (referente della cooperativa con sede amministrativa a Bari) chiarisce che “ad avere ancora in gestione la struttura, dal maggio del 2015, è la Ati Arca Medical di Trapani, pertanto al momento dei fatti di cui si parla in questo articolo, la Senis Hospes non è presente, tantomeno responsabile”.
L’ultimo grave episodio si è infatti registrato lo scorso 24 novembre quando le ragazze avevano pensato di giocare a calcio con altri minori e avrebbero voluto utilizzare una parte del campo sportivo, condividendolo con gli adulti.
Una richiesta a cui uno degli ospiti, riconosciuto come gambiano dalle ragazze, ha risposto con percosse e calci nel disinteresse generale, colpendo in particolare una sedicenne che ha riportato un occhio gonfio e il cui caso è stato denunciato agli organi competenti (con tanto di foto).
Secondo quanto emerge dalle denunce, depositate presso l’assessorato comunale ai servizi sociali e che hanno raggiunto le scrivanie delle procure messinesi, nessuno è intervenuto a tutela delle minori.
Una situazione vergognosa, su cui in queste ore si sta cercando di far luce. Soprattutto per capire i criteri che hanno portato a giustificare l’assegnazione di ragazze minorenni in un campo emergenziale per uomini adulti, e evidentemente senza le adeguate vigilanze.
Se la tendopoli non è bastata a bollare il Palanebiolo quale una delle pagine più nere per la storia di Messina, un tempo culla di civiltà e diritto, quest’ultimo scandalo conferma l’incapacità di amministrare gli eventi.
Se possiamo dare per scontata la “buona fede” di tutti, non possiamo non prendere una netta posizione a favore dei più deboli, e chiedere a chi ha responsabilità di assumerle senza paura e di punire i responsabili.
Fermo restando il contesto sbagliato in cui accogliere le ragazze, ma che ruolo ha avuto la Prefettura in questa storia? E il Comune? E perchè la Sanis Hospes pur avendo ufficialmente vinto la gara non è ancora “dentro” il Palanebiolo? (@Palmira Mancuso)