Acqua sui giocatori e inni per il Vesuvio incoraggiato a bruciare le sue falde e la città che lo cinge, Napoli appunto. Non succede nel 2016 sopra Roma dove invece è già successo ma a sud del Volturno nel palasport di Patti, nel messinese, in Sicilia che alla Campania è legata da un antico retaggio nel buon nome del Regno delle due Sicilie. Il Cuore Napoli, che ha un Vesuvio tratteggiato proprio sulla canotta, vince contro la squadra locale, il Patti appunto, 78-72 ed è sempre più primo in classifica con Valmontone e Luiss Roma dopo 9 gare nel girone C della serie B. Quello che è successo ha dell’incredibile. Secchiate d’acqua durante la partita e cori beceri contro Napoli e la Campania. Ci sorprende questo atteggiamento perché i siciliani sono gente seria e onesta che conosce il “fair play” ma evidentemente ieri almeno in quel palazzetto se lo sono dimenticati completamente.
«Difendiamo ed andiamo orgogliosi della nostra storia — ha detto sulla vicenda il presidente del Napoli basket Ciro Ruggiero — . Ci auguriamo di non vedere più acqua tirata in campo e di non sentire più quei cori. Se ciò dovesse accadere sarebbe una nuova sconfitta dello sport». A fine gara uno degli arbitri proprio per il parquet bagnato dai lanci di acqua è scivolato. No, non è questo il modo di sostenere la squadra locale e non è questo il modo di riconoscere una vittoria conquistata con grandi sacrifici, considerando gli spostamenti sistematici del Napoli basket per mandare avanti una stagione senza una casa. Ben vengano i cori in favore dei propri beniamini e magari anche gli sfottò ma crudeltà e messaggi nefasti non sono degni di essere proclamati in un impianto sportivo. Così è se vi pare… (@G.Pensavalli)