L’inchiesta Dirty Soccer a una svolta. Il gip del tribunale di Catanzaro, Assunta Maiore, ha dichiarato la propria incompatibilità territoriale e ha disposto l’invio degli atti dell’indagine ai vari tribunali competenti per territorio. Sono 62 gli indagati del troncone dell’inchiesta oggetto del dibattimento davanti al Gip: le difese, sulla scorta di alcune sentenze della Cassazione, avevano chiesto l’incompetenza territoriale di Catanzaro; il pm Elio Romano, invece, sosteneva il contrario, chiedendo il rinvio a giudizio. Il Gip ha, quindi, deciso di spostare il processo, frantumandolo in buona sostanza. Per quanto riguarda Savona-Teramo, una delle partite finite sotto la lente d’ingrandimento, gli atti sono stati inviati al tribunale di Savona, competente per territorio perché gli eventuali reati sarebbero stati commessi in zona. Gli atti che riguardano, invece, Ercole Di Nicola, uno dei protagonisti dell’inchiesta, sono passati al tribunale di Rimini. A Catanzaro è rimasto un solo caso dei tanti che, nel maggio del 2015, hanno fatto tremare il calcio italiano. Associazione a delinquere e frode sportiva i reati contestati ai personaggi indagati: dirigenti, calciatori, allenatori e procuratori, la maggior parte legata al mondo della
Lega Pro, accusati a vario titolo di aver combinato partite di calcio e di averci scommesso. “Mi sembra una decisione giusta, sacrosanta”, il commento dell’avvocato Maurilio Prioreschi che difende Ercole Di Nicola. “Il gip non ha fatto altro che accogliere la richiesta delle difese”. Vicenda che riguarda anche l’Acr Messina per via di Arturo Di Napoli e l’attuale presenza savonese. Leggi Ceniccola, Barghigiani e qualche giocatore. (@G.Pensavalli)