L’assessore con delega al Benessere degli Animali, Daniele Ialacqua, ha trasmesso una nota al dirigente del dipartimento ambiente e sanità, Maurizio Castronovo, e al direttore dello sportello dei diritti degli animali, Vincenzo Palana, per avviare le procedure per l’istituzione del Cimitero per animali d’affezione a San Filippo superiore.
“Facendo riferimento all’atto d’indirizzo politico dello scrivente del 2 novembre u.s. – si legge nel documento – in merito alle misure da assumere in tema di randagismo, al fine di programmare gli interventi conseguenti, si richiede con la presente di avviare le procedure per la pubblicazione di un avviso di manifestazione d’interesse per la previsione di un cimitero per animali d’affezione, in prevalenza cani e gatti, nel terreno sequestrato alla criminalità organizzata ed ubicato in cda Ladro a San Filippo Superiore. Si richiede – conclude Ialacqua – di assumere il preventivo parere dell’ASP e del 2° quartiere, a cui la presente è inviata per conoscenza, e delle associazioni animaliste o eventualmente di convocare specifica conferenza dei servizi per gli approfondimenti necessari”.
Un passo in avanti nell’attenzione verso gli animali, che l’assessorato comunale prosegue lanciando una grande campagna di sensibilizzazione che punti a coinvolgere tutta la città in una “gara” di solidarietà per cani e gatti randagi e che punti al contempo a dare risposte anche su rilevanti questioni sociali, pensando al randagismo come risorsa e non solo come problema.
“L’istituto penintenziario di Gazzi, le strutture scolastiche di ogni ordine e grado e quelle ospedaliere, le case di cura per anziani, le strade dei quartieri cittadini – sottolinea l’assessore Daniele Ialacqua, – sono i tanti luoghi in cui sperimentare l’accoglienza diffusa sul territorio di cani e gatti randagi, svuotando finalmente i canili ed i gattili, dove gli animali devono stare transitoriamente e non reclusi a vita, e soprattutto senza essere costretti, pressati dall’emergenza continua, a trasferire al nord, così come hanno fatto tante municipalità, i randagi di cui invece come territorio e come comunità dovremmo assumerci la piena responsabilità”.
Per valutare idee, proposte, esperienze raccolte e verificare la disponibilità di enti, istituzioni e associazioni cittadine, si terrà una prima riunione di approfondimento lunedì 28, alle ore 10, nella sede dell’assessorato all’Ambiente a Palazzo Zanca, alla quale gli enti e le associazioni interessati sono stati invitati a partecipare e/o a fare pervenire le proprie valutazioni, disponibilità e proposte. Successivamente seguiranno altri incontri per concretizzare la realizzazione di tali iniziative.
“La recente pubblicazione del rapporto Ecomafia 2016 e del Dossier randagismo redatti dalla Lav e le cronache di tutti i giorni – prosegue Ialacqua – ci evidenziano una triste realtà fatta di maltrammenti, sfruttamento, avvelenamenti ed abbandoni di cani e gatti, anche nella nostra città. I numerosi cani e gatti randagi abbandonati e soccorsi quotidianamente per il tramite dell’Amministrazione comunale, delle associazioni animaliste e dei vari volontari, confermano purtroppo la mancanza di una cultura del rispetto degli animali, senza la quale qualsiasi politica diretta alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno del randagismo è destinata a fallire indipendentemente dalle risorse economiche ed umane investite. Rinchiudere i cani ed i gatti in canili o gattili, inoltre, non è la risposta al problema, così come non basta, seppure sia già un’azione responsabile, telefonare al Comune od alle Associazioni animaliste per delegare loro la responsabilità del soccorso, della cura e della tutela dei randagi.
Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, così come riporta il dossier randagismo 2016, i cani presenti nelle strutture autorizzate in Italia sono oltre 146.600, cui si devono aggiungere i cani randagi vaganti largamente presenti soprattutto nelle regioni del Sud mentre i gatti senza famiglia sarebbero invece oltre 2.600.000. Se si considera che per ogni animale ospitato in canile ogni Comune paga in media 1.000 euro all’anno, in totale sono quindi almeno 146 milioni di euro spesi ogni anno in Italia. Il randagismo ha un costo etico ed economico molto alto. I canili non sono la soluzione, servono sterilizzazioni, adozioni, responsabilizzazione delle Amministrazioni e dei cittadini, programmazione d’interventi adeguata. Alla luce di quanto sopra si ritiene quanto mai urgente avviare un percorso fatto di azioni concrete e che contribuisca a far crescere la responsabilità della comunità cittadina affinchè la cura e la tutela dei randagi siano finalmente assunti come un problema di tutti e non solo degli addetti ai lavori.
Varie esperienze, in Italia ed all’Estero, ci confortano sulla possibilità di sperimentare iniziative che vanno in questa direzione – conclude l’Assessore – e che fanno del randagismo non un problema ma una risorsa per la crescita culturale e sociale dell’intera comunità. L’adozione di cani da parte di istituti penitenziari in America, esperienze di pet therapy a scuola ed in ospedale, la compagnia di cani e gatti per gli anziani delle case di riposo, il cane di quartiere con la propria cuccia in strada, le colonie feline seguite da gattari/e sono solo alcuni esempi di iniziative concrete che consentono al contempo di avere cura dei nostri randagi, dando cibo ed affetto, ricevendo in cambio un po’ di compagnia e di allegria”.