Peppone e Don Camillo versione Forza d’Agrò

Prosegue a suon di carte bollate il braccio di ferro tra il sindaco di Forza d’Agrò Fabio Di Cara e il parroco don Luciano Zampetti. Al centro dell’ultima contesa, in ordine di tempo, vi è uno spazio adiacente l’abside della cattedrale Maria Santissima Annunziata e Assunta, in piazza Largo Piano. Una questione “esplosa” nel marzo 2015 quando presero il via i lavori di riqualificazione dello slargo e che adesso è finita nelle aule del tribunale di Messina.

Padre Zampetti, infatti, ritiene che quell’area di circa 15 metri quadri sia in possesso della parrocchia da oltre 20 anni e il 6 settembre scorso ha notificato al Comune un ricorso in cui chiede un’azione di reintegrazione: l’Amministrazione sostiene invece che il parroco rivendichi erroneamente quello spazio e ha quindi ravvisato la necessità e l’opportunità di affidare all’avvocato Nino Gazzara di Messina, che riceverà 800 euro a titolo di acconto, l’incarico di costituirsi in giudizio dinanzi al Tribunale peloritano per difendere le proprie ragioni. Su quell’area i sacerdoti che negli anni hanno retto la cattedrale Maria Santissima Annunziata e Assunta erano soliti parcheggiare la propria autovettura e così ha fatto don Zampetti sin dal suo arrivo a Forza d’Agrò nel 2011.

Già lo scorso anno il sacerdote, quando l’area venne recintata per l’allestimento del cantiere di ristrutturazione della piazza, aveva evidenziato come quell’angolo fosse sempre stato in possesso della parrocchia e come ciò fosse noto a tutti, ricordando tra l’altro che un tempo esisteva anche una copertura per le auto.

Negli ultimi mesi, però, il Comune non ha voluto sentire ragioni e ha deciso di parcheggiarvi regolarmente il veicolo di servizio, portando il parroco ad avviare azione giudiziaria per far valere le proprie ragioni e recuperare il possesso perduto. I locali della parrocchia Maria Santissima Annunziata e Assunta erano già stati oggetto di scontro tra il sindaco Di Cara e padre Zampetti a maggio, quando il Comune ha denunciato il parroco per presunti abusi edilizi commessi nella canonica e in uno spazio esterno della cattedrale, dove i tecnici comunali e i vigili urbani rilevarono la presenza due tettoie e di un’apertura in un’antica cisterna, opere giudicate abusive in quanto eseguite senza autorizzazione. I presunti abusi vennero anche segnalati alla Procura, al Genio civile e alla Soprintendenza.

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