Il servizio mandato in onda dalle Iene, che tramite le dichiarazioni di Francesco Reda, ciclista cosentino, hanno sollevato dubbi circa la regolarità del controllo anti-doping del campionato italiano 2015, ha mandato su tutte le furie Vincenzo Nibali, oggi in assoluto il miglior rappresentante del nostro ciclismo. Dopo aver twittato il documento che attesta la regolarità del suo controllo, Nibali ha deciso di querelare sia Reda sia la trasmissione tv per averlo coinvolto in una materia, il doping, da cui lui ha sempre preso le distanze durante la sua carriera.
La conferma arriva dalle parole del suo avvocato, Fausto Malucchi, che insieme alla collega Elena Baldi ha fatto partire la querela per diffamazione a Reda e alle Iene. “Vincenzo era furioso – ha detto alla Gazzetta dello Sport l’avvocato Malucchi –. Mi ha telefonato a mezzanotte. Non transige quando si accosta il suo nome alla parola doping. Il servizio era scandaloso, con la prospettiva che Vincenzo avesse saltato il test si insinuava l’idea che ci fossero ciclisti che la facessero sempre franca. Ma è tutto inventato di sana pianta, fondato sul nulla, chiacchiericcio da bar. Vincenzo quel controllo l’ha fatto subito dopo il podio, in piena regolarità e trasparenza. Se gli altri hanno avuto problemi, non ci riguarda”.
Stiamo redigendo un esposto al garante delle comunicazione – ha detto inoltre Malucchi – e valutando di intentare una causa civile contro le Iene e Mediaset. Vedere trattato così il massimo ciclista italiano, da sempre simbolo dello sport pulito, fa male”. Nibali aveva già querelato le Iene dopo le dichiarazioni di Di Luca (“E’ impossibile non fare uso di doping e arrivare tra i primi 10 al Giro d’Italia”). Per quelle stesse frasi, anche l’ex corridore abruzzese aveva a sua volta ricevuto una querela per diffamazione.