“Con quale criterio di razionalità e, soprattutto, di efficienza, il Ministero ipotizza di ridurre di quattro unità il numero dei giudici del distretto di Messina?”
Questa la domanda posta dal vicepresidente della commissione trasporti della Camera dei deputati, Vincenzo Garofalo, al ministro della giustizia in una interrogazione parlamentare presentata ieri alla Camera.
“Ho partecipato all’assemblea straordinaria convocata dall’Ordine degli avvocati e sono rimasto colpito dalle incongruenze denunciate tra le premesse della riforma e le modalità con le quali viene attuata che sembrano tradirne lo spirito. Il decreto – evidenzia il deputato – parte dal presupposto di tener conto “dell’incidenza della criminalità organizzata nell’ottica di salvaguardare la complessiva efficacia dell’intervento giudiziario” ma, nei fatti, premia alcuni tribunali limitrofi (come quelli Catania e Reggio Calabria) con la previsione di sensibili aumenti d’organico, omettendo di considerare che Messina ha le medesime esigenze e subisce – con maggiori aggravi processuali – la medesima realtà criminale, posta com’è al crocevia tra la mafia palermitana e la ‘ndrangheta calabrese.
Così facendo viola il principio di omogeneità del trattamento regolando con criteri disomogenei situazioni analoghe.
Quanto denunciato dall’Ordine degli avvocati desta preoccupazione e merita approfondimento e chiarezza in relazione al criterio seguito per questa riforma.
I tagli previsti appaiono illogici anche in relazione al fatto che, già oggi senza i tagli, ogni giudice civile del distretto di Messina, pur vantando un indice di produttività superiore alla media nazionale, riesce a smaltire 500/550 cause ogni anno e, invece, ha un ruolo personale con un carico medio di 1.400/1.500 cause e una sopravvenienza annuale di 400/500.
E non può lasciare indifferenti quanto dichiarato dal presidente del tribunale di Messina che ha chiarito come, se la riforma venisse attuata, non sarà più in grado di soddisfare le richieste di giustizia della cittadinanza.
A questo – continua Garofalo – si aggiunge anche il continuo aumento, a Messina, del flusso migratorio che va gestito anche dai magistrati.
Alla luce delle criticità riscontrate – conclude Garofalo nella sua interrogazione – chiedo al Governo di valutare se non sia il caso di invertire il segno dell’intervento disponendo un aumento anziché la diminuzione dell’organico attualmente prevista”.