di Gianfranco Pensavalli – Meno male che il sindaco di Messina è ancora Renato Accorinti. E, fatti salvi clamorosi voltafaccia, Messina continuerà a dire no al Ponte.
Il premier Renzi stamattina si è svegliato e ha pensato di tirar fuori la storiella dei centomila posti di lavoro che verrebbero fuori con il collegamento Torre Faro- Villa San Giovanni. Numeri presi chissà dove e che dimostrano i limiti umani del leader del Pd.
Semplice ballista? No, purtroppo è molto peggio. E con uno staff di inaffidabili che fanno il paio con quelli della Lorenzin e le campagne del Fertility Day.
Anni fa a Messina fu proprio Ciucci a presentare il suo progetto al PalaCultura. Finì con l’ira del cronista e della collega Elena Di Dio perché il borgataro in quota Anas nascose le slides vere e mise in difficoltà persino il ministro Altero Matteoli.
In quell’occasione Ciucci parlò espressamente di 5000 possibili assunzioni, compresi i famosi “sminatori” da ingaggiare in Germania. Ma nel mirino finì il progetto ferroviario di collegamento tra Messina Centrale e il luogo deputato al raccordo, passando – come tracciato- sotto le colline della Panoramica. Che già frana di suo. Ci furono anche slides sul costo possibile del ticket d’attraversamento pedonale che, al tempo, venne quantificato in 50 euro.
Inoltre si parlò di un necessario coordinamento antimafia intersponda. Per chi non lo sapesse la vicenda Ponte ha portato ad ammazzatine mica da ridere in Canada. Clan Rizzuto, origini agrigentine. Magari se qualcuno volesse aver notizie sul Ponte e le mafie interessate potrebbe volare in America e chiedere alle Giubbe rosse canadesi.