Verrà inaugurato martedì 27 settembre alle 17,30 e per il taglio del nastro saranno presenti tutti i vari soggetti promotori: le società Rete Sacne ed Elios Petroli – a cui si deve la realizzazione dell’impresa con propri fondi, investimento che ha permesso loro l’ampliamento della vicina stazione di servizio – l’impresa Gigot, l’Autorità Portuale, il Comune di Messina, la Soprintendenza ai beni culturali e il Genio Civile.
Un’area di circa 3.000 metri quadri sulla quale, per diversi decenni, è stato impossibile trovare un punto d’accordo che permettesse di riqualificarla. Il Parco Don Blasco rappresenta solo uno degli obiettivi che dovranno essere raggiunti una volta approvato il “Patto per la Falce” che, dopo decenni di liti, è riuscito a mettere d’accordo le diverse istituzioni messinesi. «Il Patto per la Falce deve volare – ha affermato l’on. Beppe Picciolo – e in tal senso il nostro Assessore Maurizio Croce proverà a mettere le ali alla burocrazia regionale per la approvazione del PRG portuale, nonostante qualche burocrate abbia provato a porre questioni di cronologia sulle presentazioni delle istanze». Il Piano Regolatore Portuale, presentato lo scorso 23 giugno, avrebbe dovuto essere approvato entro due mesi ma ancora non ha ottenuto il lasciapassare dalla regione. Andrà a sostituire quello tutt’ora in vigore, dopo oltre sessant’anni.
Il lavoro di riqualificazione dell’area era iniziato durante la giunta Buzzanca per volontà dell’allora assessore Dario Caroniti, il quale – tramite un progetto di autocostruzione e partecipazione attiva degli stessi rom – era riuscito a sgomberare il campo nomadi con una spesa pubblica di circa 40.000 euro, cifra notevolmente inferiore alle diverse centinaia di migliaia di euro solitamente necessarie per operazioni simili.
«Non dobbiamo dimenticare che quella zona, oltre a essere una delle più belle di Messina, ha in sé un grande valore sociale – afferma Caroniti – e ha rappresentato per anni un punto di aggregazione, un luogo in cui sono nate diverse vite ed è importante che se ne conservi il valore».
Ma questo “restyling” non piace a tutti. « Hanno brutalmente recintato un parcheggio che chiude ogni prospettiva verso il mare – tuona Saro Visicaro del Comitato la Nostra città – Stanno deturpando e incarcerando uno spettacolo meraviglioso. È più che un assaggio di quello che sarà tutta la zona Falcata, di quello che è e sarà la ex Fiera, di quello che è la Rada S.Francesco, la ex passeggiata a mare, tutto il porto. Spacciano recupero, risanamento, attraverso espedienti da piccoli arrampicatori di provincia. Hanno privatizzato malamente un pezzo di Falce. Tra un rifornimento ampliato di carburante e una pizzeria sullo Stretto hanno collocato un giardinetto privato fotografato con grande maestria per illudere una città intera». (@E.Currò – @Pal.Ma)