Salvatore Marazzita, 51 anni, messinese, era stato chiamato in causa dai pubblici ministeri di Catanzaro per il disastro ferroviario della Ferrovie della Calabria di Gimigliano del marzo 2014. Era uno dei sei indagati ma ha avuto giustizia e con la chiusura delle indagini son cadute tutte le accuse. Ovvero disastro colposo grave e lesioni colpose gravi.
Restano indagati in tre: un capostazione, una capotreno e il coordinatore dell’Ufficio personale.
Furono almeno dieci le persone, di cui tre gravi, che rimasero ferite nell’incidente ferroviario che si verificò a Gimigliano, un centro poco distante da Catanzaro. Lo scontro tra due treni delle Ferrovie della Calabria avvenne lungo la linea Catanzaro-Cosenza, nei pressi del santuario della Madonna di Porto. Tra i contusi anche una donna incinta.
I due treni coinvolti nell’incidente erano composti da un locomotore e da un locomotore con un vagone. A bordo c’era una sessantina di pendolari, in gran parte lavoratori e studenti. Nel momento dello scontro, nella zona pioveva intensamente, pioggia che rese difficoltoso l’intervento di forze dell’ordine e soccorritori. Sul posto, insieme a polizia, carabinieri e vigili del fuoco, si recò il sindaco di Gimigliano, Massimo Chiarella. La Procura della Repubblica di Catanzaro aprì un’inchiesta per accertare le cause dell’incidente.
Su uno dei due treni c’erano anche 16 atleti della squadra giovanile di calcio della Garibaldina di Soveria Mannelli. I ragazzi, che tornavano da Catanzaro dove avevano disputato una partita, srimasero feriti in modo lieve e vennero smistati tra gli ospedali di Catanzaro e Soveria Mannelli.
“Su un binario unico la problematica può essere dovuta solo a un problema di segnaletica. Se ci sia stato un problema di automatismi o un errore umano questo lo potrà decidere solo il controllo di tutti gli strumenti di rilevazione: verrà fatto nei prossimi giorni”, dichiarò il comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, colonnello Ugo Cantoni. Due anni di perizie e ora la conclusione delle indagini con il messinese Marazzita che ha potuto dimostrare la propria innocenza. (@G. Pensavalli)