“Non permetto il Corano in chiese della diocesi. Don Ciotti? Si occupi delle cose sue. Benedire una coppia di lesbiche sull’altare è un sacrilegio che scandalizza i fedeli.” Ecco gli affondo in questa intervista a La Fede Quotidiana di monsignor Ignazio Zambito, Vescovo di Patti.
Eccellenza, don Ciotti ha invitato i vescovi a vigilare sulla pratica degli inchini durante le processioni, che ne pensa?
”Don Ciotti si occupi delle cose sue, non dica ai Vescovi quello che devono fare. Indubbiamente se si accerta che è stato fatto un inchino di natura mafiosa, bisogna intervenire. E’ un fatto da condannare. Tuttavia, nell’adottare queste decisioni, occorre prudenza e mai mettere in difficoltà i parroci i quali spesso sono sballottati. Non sempre certi avvenimenti sono collegati a fenomeni mafiosi. Piuttosto penso che alcune prese di posizione sulle processioni, di stampo moralista, nascondano altro”.
Che cosa?
”La tendenza a limitare o, peggio, coprire la religiosità popolare che è una ricchezza e va incoraggiata. In Sicilia questo è accaduto. Ricordo che dove tale religiosità popolare è finita o taciuta si rivela oggi il deserto. Al contrario, come dicevo, questa religiosità va coltivata sicuramente in modo sano”.
Don Ciotti è definito prete antimafia…
”Queste definizioni non mi piacciono. Il sacerdote non è contro qualcuno ma per la conversione. Oggi sentiamo parlare di peccati contro la legalità, la natura e simili, indubbiamente giusto. Sono cose politicamente corrette che fanno guadagnare gli applausi facili specie ai soliti amanti degli spettacoli televisivi. Sento tuttavia parlare poco dell’aborto che era e rimane un omicidio ed un peccato gravissimo. E se allora lo ricordi non ti scattano i battimani del mondo, vieni ritenuto vecchio e medioevale o scarsamente sociale. Spesso facciamo una morale senso unico che segue quanto piace o che il mondo vuole sentirsi dire, a senso unico”.
In una diocesi della sua Sicilia un sacerdote sull’altare ha benedetto una coppia di lesbiche…
”Siamo alla profanazione, un gesto sacrilego. La benedizione non si nega ma questa non deve confondere o dare scandalo ai fedeli, peggio ancor corrompere linguaggio e morale”.
Che ne pensa dell’invito agli islamici nelle Chiesa cattoliche?
”La Chiesa come edificio è dedicata al culto cattolico con una precisa liturgia. Se vogliamo incontrare i musulmani si faccia in altri luoghi idonei. Ai musulmani chiedo rispetto come quello che loro pretendono. Vogliono che nelle loro moschee ci si tolga le scarpe? Bene, si comportino accettando i nostri segni e tradizioni assicurando nei loro paesi libertà religiosa. In quanto al Corano nelle Chiese come è stato fatto, io non lo permetto in quelle della mia diocesi. Relativamente all’accoglienza, pur nel rispetto della doverosa carità, vedo migranti che buttano il mangiare offerto dai volontari, perché non lo trovano di loro gradimento. Chi ha fame mangia, non mi pare che nelle loro terre avessero di meglio. E allora i conti non mi tornano”. (fonte: lafedequotidiana – michele m. ippolito)