Milazzo: prodotti taroccati nelle bancarelle, denunce ed espulsioni

La Guardia di Finanza di Milazzo ha concluso, nei giorni scorsi, un’operazione anti-
contraffazione che ha portato alla denuncia di sette persone ed al sequestro di prodotti coimarchi falsificati delle più note griffe di moda quali “Luis Vuitton”, “Chanel”, “Prada”,“Gucci” “Guess” e “Liu-jo” e di abbigliamento sportivo come “Nike”, “Adidas”, “Converse” e “Lacoste”.

Le Fiamme Gialle mamertine hanno avviato la loro attività d’indagine durante i festeggiamenti in occasione delle feste patronali nei Comuni di Milazzo e GualtieriSicaminò (Me). Nel corso dei controlli effettuati sia sui banconi di alcuni venditori ambulanti che sulle auto utilizzate per il trasporto della merce sono stati rinvenuti e sequestrati, complessivamente, circa trecentocinquanta articoli contraffatti, tra scarpe, borse e altri accessori. Se venduti avrebbero fruttato un ricavo stimato in oltre ottomila euro.

I responsabili, di età compresa tra i 17 e i 52 anni, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto (Me) per introduzione nello Stato, detenzione e vendita di merce con marchi falsi, reato punito con la reclusione sino a quattro anni. Un minore è stato denunciato per gli stessi illeciti alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Messina e, successivamente, è stato affidato ai familiari.

Inoltre, i finanzieri hanno accertato la posizione irregolare di quattro di loro, cittadini extracomunitari nei cui confronti era stato emesso un decreto di espulsione. Sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria barcellonese per violazione delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e sono state immediatamente attivate, tramite il competente ufficio della Questura di Messina, le procedure per la notifica di nuovi provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale.

“Il contrasto alla contraffazione rientra tra le priorità del Corpo della Guardia di Finanza – sottolineano le fiamme gialle –  poiché rappresenta uno dei crimini che maggiormente danneggiano l’economia legale, in quanto integra una pluralità di condotte illecite in un contesto unitario: alimenta le fonti di approvvigionamento della criminalità, danneggia e squilibra il mercato perché sottrae opportunità e lavoro alle imprese in regola e mette in pericolo anche la salute dei consumatori, considerata l’assenza dei controlli sulla sicurezza previsti dalla legge”.

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