Sanità in Sicilia: la strana idea di diritto alla salute dell’assessore Gucciardi

Non è sua intenzione chiudere un bel niente; obiettivo della rimodulazione è semmai migliorare le condizioni del servizio sanitario in Sicilia. Questo, grosso modo, il perno delle affermazioni rilasciate dal palco della Festa dell’Unità dall’assessore Baldo Gucciardi, attualmente al centro della tormenta di critiche per la sua rimodulazione del comparto sanitario. Difficile però credere che andranno così le cose; basta guardare infatti al piano redatto dall’assessorato palermitano per notare il taglio di ben 150 reparti nell’Isola. Non una mossa in nome della spending review ma dell’ottimizzazione delle risorse, dice lui che notoriamente, “l’ospedale sotto casa” non lo ama molto.

Il progetto firmato Gucciardi si fonda sul modello degli Hub e Spoke ossia dei super ospedali (tre in tutto, ovvero il Civico di Palermo, il “Cannizzaro” di Catania e il policlinico universitario di Messina) e altri (quindici per l’esattezza) meno…super, ma pur sempre ospedali. A questo si aggiungono 23 presidi di base, i nosocomi utili a servire le aree critiche e tre ospedali di comunità.

Si parte dagli accorpamenti: gli ospedali riuniti saranno la norma e, i presidi sanitari, raggruppati tra loro, offriranno servizi diversificati. Pertanto se gli ospedali x, y e z faranno gruppo a sè, i reparti presenti all’ospedale x non avranno doppioni nè nell’y nè nello z. Così si eviteranno overlapping. Resteranno orfane di Pronto Soccorso quelle strutture che non coprono più di ventimila interventi di emergenza annui. Ma entriamo nel dettaglio di casa nostra. Messina avrà sia il suo Hub che il suo Spoke: il primo è stato individuato nel policlinico Gaetano Martino; il secondo nell’Ospedale Papardo. Rimane la questione Pulejo Piemonte che, dopo tempi lunghissimi spesi in querelle politiche, discussioni all’Ars, confronti tra le parti e dibattiti infiniti, sono divenuti un unicum sotto la governance dell’Irccs, l’unico pubblico della Sicilia. E oggi, se la proposta di Gucciardi dovesse divenire effettiva, quest’ultimo sarebbe ridotto a semplice presidio ospedaliero di base. Insomma potremmo dire addio al Centro di eccellenza che era stato “venduto” all’opinione pubblica. Un progetto, quello del Polo del Mediterraneo, che aveva messo d’accordo (quasi) tutti e avuto il beneplacito del Ministro Lorenzin che pareva avesse sposato la proposta appieno da subito. Ed è verosimile che proprio alla Ministra ci si riappellerà per far fare a Gucciardi un passo indietro, nonostante il restyling all’apparato sanitario siciliano sia stato pressocchè obbligato al fine di rientrare nei ranghi della manovra prevista nel 2012 dal decreto emanato dall’allora Ministro della Salute, Renato Balduzzi.

Una nuova sanità fondata sul mantra dell’emergenza urgenza che inorgoglisce il suo promotore e sembra piacere anche ad alcune sigle sindacali.

Foto archivio Bruno Mancuso NCD

Chi invece è letteralmente saltato dalla sedia è il senatore di Area Popolare Bruno Mancuso, già sindaco di Sant’Agata di Militello. Per comprenderne le ragioni bisogna guardare a ciò che avverrà nella provincia ove sarà il “trionfo degli ospedali riuniti”: nell’ordine, Milazzo-Barcellona, Sant’Agata di Militello e Mistretta (quest’ultimo non disporrà del reparto di emergenza), Patti e Taormina. Alle Isole, il nosocomio di Lipari rientrerà nella categoria dei presidi in zona disagiata. “La nuova rete ospedaliera in Sicilia proposta dall’assessore Gucciardi mi preoccupa non poco perché si profila una nuova penalizzazione per il territorio dei Nebrodi”, questa la dichiarazione a caldo del senatore Ncd. Mancuso, che ha firmato insieme con la collega di partito Simona Vicari, un’interrogazione in merito, ha auspicato un confronto tra l’assessore regionale e il ministro Lorenzin, “per assicurare che il piano garantisca i servizi essenziali, omogeneamente distribuiti su tutto il territorio siciliano”.

La proposta adesso dovrà passare dalla commissione sanità dell’Assemblea Regionale ed è inverosimile credere che ne uscirà illesa e immutata.

@EleonoraUrziMondo

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