Eh, no. C’è un buon appalto per Messina e, alla fine, non c’è posto per gli edili locali. E’ accaduto, infatti, che la Toto Costruzioni per il viadotto Ritiro ha fatto ricorso al subappalto e con l’ATI Impreser, GeoSicilia e Unical, tutte rigorosamente di costituzione catanese, ecco puntare su manodopera rigorosamente non peloritana.
I numeri dicono che le assunzioni sono state in tutto 34 e c’è un sol neo ingresso con targhetta messinese: l’eccezione ha residenza a Santa Lucia sopra Contesse.
E’ bastato incrociare i dati della Cassa edile con quelli che ha in mano Pasquale Lo Vardo, segretario provinciale Feneal Uil. Ah, la Toto Costruzione d’organico proprio ha 11 elementi e il capocantiere è messinese. Eppure, qualche mese fa il vice sindaco Cacciola proclamò che almeno il 50% delle maestranze per il viadotto Ritiro sarebbero state locali. Promessa disattesa.
La Uil adesso mette le mani avanti anche per altre grandi opere cantierabili nel Messinese come il porto di Sant’Agata Militello, il pontile di Giammoro e l’approdo di Tremestieri.
Il ” trend” parla di appena 75 locali da assumere, non più di 55 a Messina. De Vardo è tranchant: “Non esiste al momento una visione strategica nemmeno adesso che c’è il miraggio del Masterplan. E il comparto edilizio affonda. Inesorabilmente”. (@G.Pensavalli)