Vara2016 e infiltrazioni mafiose: indagano i carabinieri

I carabinieri di Messina stanno per inoltrare un’informativa in Procura su alcuni aspetti dell’edizione 2016 della Vara. Tutto è nato da articoli di stampa apparsi proprio su Messinaora, ovvero un editoriale sulla presenza tra i tiratori di un gruppo di chiara individuazione  e che sponsorizzavano un memorial per ricordare il giovane ucciso a Camaro nell’aprile scorso, e un articolo durissimo nei contenuti apparso sul sito Il Carrettino delle Idee.

Un noto investigatore dell’Arma, peraltro messinese, è partito dalle solite voci di popolo e ha poi avviato un monitoraggio sui siti per individuare le foto necessarie a corredo dell’informative. Le ha trovate e ha poi messo a nudo l’articolo del quotidiano Gazzetta del Sud, a firma Seby Caspanello e dal titolo A ciascuno la sua Vara, di tutti e di nessuno. In particolare, lo ha colpito il senso della seguente frase: “…Eh, sì. Si potrebbe dire tutto e il contrario di tutto su quelle magliette celesti che, a spezzare il bianco degli abiti tutti uguali, omaggiavano un ragazzo morto ammazzato perché, in uno dei bivi della vita, ha imboccato la strada sbagliata”.

Facile collegare il fatto, ovvero la presenza tra i tiratori della Vara,  all’eliminazione nell’aprile scorso in località  Camaro di un giovane, Giuseppe De Francesco “Tortorella”, vicenda che ha visto costituire e accusarsi dell’omicidio un personaggio molto noto alle Forze dell’Ordine, ovvero Adelfio Perticari. Comunque, a tirar  la Vara quest’anno c’era un gruppo di uomini e donne con una maglietta che sponsorizzava un memorial e la foto inequivocabile del giovane noto con il cognome “acquisito” di Tortorella.

Dunque, nonostante le polemiche che avevano accompagnato la vigilia della processione della Vara per il mancato controllo di presenze in odor di mafia tra le corde del fercolo, si è ripetuto il solito rito con la conferma che non esiste un controllo in nome della legalità su chi partecipa “fattivamente” al rito.

L‘investigatore solleva un quesito: ma se è stata “ammessa” la presenza di uomini e donne vicine ai clan di Camaro c’è pax con gli “avversari” di Giostra oppure si è trattato solo di uno strappo per evitare scazzi inutili in un momento in cui Messina è senza guida criminale?

Seppur con il volto oscurato le sembianze permettono di attribuire al fratello del ragazzo ucciso, il profilo finito su uno dei due articoli. Tre anni fa a tirar la Vara c’era Luigi Tibia fotografato con il sindaco Renato Accorinti. Oggi Tibia è in carcere per l’operazione Totem. (@G.Pensavalli – @Pal.Ma.)

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