La fortuna di chiamarsi Alfano. L’assunzione attraverso Linkedin, quando un nome vale più di 1000 curriculum

Altro che agenzie interinali. Ormai esiste Linkedin che consente di mettere in contatto aziende e professionisti con un click. E a volte è proprio un click a fare la differenza. Ma qualche volta è proprio “mirato”, come titola Il Fatto Quotidiano. Anzi, una volta.

“È interessante anche come è stato scelto Alfanino ai tempi del precedente Ad Massimo Sarmi: digitando il suo nome su Linkedin. Così è uscito lui: Alfano jr, laurea triennale a 34 anni in Economia. Ohibò devono avere pensato alle risorse umane di Postecom quando hanno visto spuntare il suo volto sorridente sul computer: eccolo l’uomo giusto per fare il dirigente a 160 mila euro lordi più bonus e fringe benefits nella controllata di Poste. Niente cacciatori di teste, né bandi per scovare il cervello in fuga di Agrigento”. Queste le parole messe nero su bianco da Marco Lillo, in un suo articolo pubblicato sul giornale di Travaglio, appena la scorsa settimana. “Miracoli di Linkedin. L’ufficio risorse umane, per mettere le carte a posto, però ha inserito nel fascicolo della ‘selezione’ oltre al curriculum di Alfano Jr, ricercato ad personam, anche una decina di altri curricula tirati giù dal medesimo sito però sulla base dei titoli e non con ricerca nominativa come con il prescelto. Così Poste attua la legge 133 del 2008 che all’art. 18 dispone: “Le società a partecipazione pubblica totale o di controllo adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi, anche di derivazione comunitaria, di trasparenza, pubblicità e imparzialità”. Poste non ha adottato il regolamento accampando la solita scusa delle società pubbliche che vogliono mano libera per assunzioni e stipendi (vedi la Rai) e cioé: ‘abbiamo fatto una quotazione di obbligazioni in borsa e la legge ci permette di fare come ci pare’. Tesi discutibile per Poste ma ancora di più per Postecom che non ha emesso obbligazioni”, prosegue il pezzo.

Ma il superfortunato -perchè se non hai i titoli è culo, c’è poco da dire- non è mica un signor nessuno; come ormai sanno tutti si tratta del fratellino del leader di Ncd. Il suo nome è risuonato più volte, nelle ultime settimane, nell’ambito delle indagini legate all’inchiesta “Labirinto”. Anche se, di fatto, il Ministro degli Interni Angelino Alfano non risulta indagato, la sue “questioni di famiglia” , ricostruite anche grazie ad alcune intercettazioni della Guardia di finanza, sono finite sulle prime pagine dei giornali, suscitando un certo scalpore. Pare, infatti, che amici e parenti del Ministro siano stati, come dire, “sistemati” in posti di rilievo, a partire dal fratello minore Alessandro, assunto presso una Società del Gruppo Poste Italiane, come emerso da una dichiarazione intercettata del faccendiere, arrestato, Raffaele Pizza. Quest’ultimo avrebbe interloquito con il collaboratore di Alfano, Davide Tedesco, e, grazie alle sue conoscenze, avrebbe garantito l’assunzione del fratello del ministro ( che già, in passato, aveva ricoperto ruoli di tutto rispetto : consulente del ministero dell’Economia durante il Governo Berlusconi e segretario generale di Unioncamere Sicilia).

Con quello del fratello, anche il nome del padre del Ministro (già assessore e vicesindaco di Agrigento) risulta presente nelle indagini dei pm Paolo Ielo e Stefano Fava: avrebbe chiesto alla segretaria di Pizza, Marzia Capaccio, di “considerare” ottanta curricula per inserimenti lavorativi, sempre all’interno di Poste Italiane.

I riflettori si sono accesi anche su Tiziana Miceli, moglie di Angelino Alfano e avvocato civilista, che, come rivelato da L’Espresso, conta ben cinque incarichi legali dalla Consap, la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici controllata interamente dal ministero dell’Economia che fornisce servizi al Viminale e al ministero dello Sviluppo Economico. La Miceli aveva già ricoperto incarichi importanti alla Provincia e allo IACP di Palermo.

Ma non finisce qui. L’elenco dei parenti comprende anche i cugini Antonio e Giuseppe Sciumè, dirigenti rispettivamente di Rete ferroviaria italiana e di Blueferries, e Viviana Buscaglia, assunta all’Arpa Sicilia. La moglie di un cugino della Miceli, invece, è Daniela Catalano, presidente del consiglio comunale di Agrigento.

@LauraCelesti

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