Splende la bandiera del Belgio nel cielo brasiliano. Greg Van Avermaet conquista la medaglia d’oro nella prova in linea dei Giochi Olimpici di Rio 2016, al termine di una corsa durissima, ma gestita alla perfezione. Il fiammingo ha buon gioco nella volata a tre di Copacabana, al termine della quale riesce a precedere l’ottimo Jakob Fuglsang (Danimarca) e Rafal Majka (Polonia), tra i più brillanti in salita. Il drappello degli immediati inseguitori giunge con una manciata di secondi di ritardo, regolato da Julian Alaphilippe (Francia), davanti a Joaquim Rodriguez (Spagna). L’Italia porta a casa un sesto posto con un buon Fabio Aru, ma l’enorme rimpianto riguarda Vincenzo Nibali, caduto lungo la discesa di Vista Chinesa, mentre si trovava al comando dopo aver dimostrato di avere una marcia in più in salita.
Kwiatkowski subito all’attacco
La prova olimpica inizia su ritmi blandi, con i corridori che sfilano lungo la costa brasiliana. Al chilometro dodici si registra il primo scatto, ad opera diJarlinson Pantano (Colombia), prontamente ripreso da Tony Martin (Germania). In concomitanza con le prime accelerazioni, arriva il primo ritiro conTom Dumoulin (Paesi Bassi) che scende ben presto di bicicletta. Al quindicesimo chilometro nasce la fuga di giornata con Simon Geschke (Germania) che guadagna un piccolo gap e viene raggiunto da Michael Albasini (Svizzera), Michal Kwiatkowski (Polonia), Pavel Kochetkov (Russia), Sven Erik Bystrom (Norvegia) e ancora Jarlinson Pantano (Colombia). Il gruppo lascia fare e, salvo un tardivo quanto vano tentativo di recupero di Petr Vakoc(Repubblica Ceca), nessuno reagisce in maniera significativa. Questo permette al vantaggio di crescere rapidamente, fino a toccare un massimo di 8 minuti.
A poco meno di 200 chilometri all’arrivo, Italia e Spagna iniziano ad inseguire, con Imanol Erviti e Alessandro De Marchi che si posizionano in testa al gruppo. Il gap inizia ad assottigliarsi e all’ingresso nel circuito di Grumari si muovono anche i britannici, con Ian Stannard che inizia il suo consueto lavoro di gregariato. La corsa si cristalllizza e non si registrano particolari scossoni, salvo qualche caduta e problemi meccanici per alcuni atleti, tra i quali Bauke Mollema (Paesi Bassi), costretto a cambiare la bicicletta.
A poco meno di 120 chilometri dall’arrivo, nell’ultimo giro del circuito di Grumari, la corsa si accende. La Repubblica Ceca alza il ritmo all’imbocco del tratto in pavé e, sfruttando il vento laterale, provoca un frazionamento in testa al gruppo, con lo sfortunato Richie Porte (Australia) costretto a fermarsi per un problema meccanico. Davanti restano in quindici e la Gran Bretagna, ben rappresentata, prova a sfruttare l’occasione mettendo Stephen Cummings a tirare. L’atleta della Dimension Data crea non pochi problemi agli atleti attardati, tra i quali gli azzurri, ma in salita avviene un ricompattamento generale. Situazione destinata a non durare a lungo, poiché il ritmo di mantiene alto con Greg Van Avermaet e Philippe Gilbert(Belgio) che portano via un nuovo tentativo, nel quale è lesto ad inserirsi il nostro Damiano Caruso. Da dietro, tuttavia, non viene concesso spazio grazie allo sforzo comune di Danimarca e Svizzera che colmano il distacco.
Dopo questa fiammata, la corsa rientra nei ranghi, con un drastico calo del vantaggio dei battistrada, costretti a gestire solamente 2’30” a 109 chilometri dall’arrivo. Il ritmo, tuttavia, non cala e il primo dei big a palesare qualche difficoltà è Tim Wellens (Belgio), seguito poco dopo da Wouter Poels (Paesi Bassi), lontano parente del corridore visto al Tour de France.
Salgono in cattedra gli azzurri
Nell’avvicinamento al circuito di Vista Chinesa i battistrada cercano di tenere botta con il gruppo, condotto da Imanol Erviti e da Stephen Cummings, il quale non si ferma neanche quando Chris Froome (Gran Bretagna) è costretto a fermarsi per un problema meccanico. Il Kenyano Bianco, scortato daGeraint Thomas, riesce a rientrare sfruttando la scia delle ammiraglie, cercando di gestire al meglio le energie in vista del durissimo finale.
Non appena si inizia a salire il drappello dei battistrada esplode con Kwiatkowski e Kochetkov che restano da soli, staccando gradualmente i compagni di avventura. Il vantaggio della coppia, tuttavia, continua a calare poiché Cummings utilizza le ultime forze rimaste per piazzare una nuova accelerazione in salita, mettendo in crisi anche Philippe Gilbert (Belgio) e Warren Barguil (Francia). Terminato il lavoro del britannico, arriva il momento degli azzurri con Alessandro De Marchi che torna in testa, alternandosi con Diego Rosa. Tutto questo per lanciare l’attacco di Damiano Caruso a poco più di settanta chilometri dalla conclusione. Il siciliano si avvantaggia assieme a Geraint Thomas (Gran Bretagna) e Greg Van Avermaet(Belgio) e con loro si muovono anche Rein Taaramae (Estonia) e Sergio Luis Henao (Colombia). L’importanza di questo tentativo costringe la Spagna ad inseguire, ma lungo la salita il vantaggio cresce fino a sfiorare il minuto.
Affondo di Nibali e Aru in discesa
Un’azione interessante, con il solo Castroviejo ad inseguire. Lo spagnolo è bravissimo nel tenere sotto controllo il tentativo, recuperando parecchio terreno nel settore pianeggiante. Sulla seconda ascesa verso Vista Chinesa Kwiatkowski resta solo, ma viene raggiunto dal drappello con Van Avermaet, Henao, Thomas, Caruso, sul quale rientra un ottimo Andrei Zeits (Kazakistan). In gruppo c’è esitazione e così provano Simon Spilak (Slovenia), Sergei Chernetckii (Russia), George Bennett (Nuova Zelanda), Kristjan Durasek (Croazia) e Steve Morabito (Svizzera) ad uscire allo scoperto. Nel finale della salita, tuttavia, un’accelerazione di Simon Clarke (Australia) riporta i migliori sui contrattaccanti, avvicinando anche la testa della corsa. In discesa succede di tutto, con le cadute di Nelson Oliveira (Portogallo) e Richie Porte (Australia), ma soprattutto con l’attacco di Vincenzo Nibali e Fabio Aru, i quali rientrano rapidamente sulla testa della corsa, seguiti da Rafal Majka (Polonia) e Adam Yates (Gran Bretagna). Si forma un plotoncino davvero interessante e il gruppo, sorpreso, fatica a riorganizzarsi. Quando il margine tocca il minuto, sono Fabian Cancellara (Svizzera) e Alejandro Valverde(Spagna) ad impostare l’inseguimento, ma davanti l’encomiabile Caruso, coadiuvato per un tratto da Kwiatkowski poi colpito dai crampi, rende pan per focaccia e permette ai suoi compagni di approcciare la salita finale con 45 secondi di vantaggio.
Sogno Van Avermaet – Nibali a terra
Appena la strada si inerpica, accelera Zeits rimbalzando praticamente subito, anche perché ben presto Vincenzo Nibali, dopo aver sfruttato il lavoro di Fabio Aru, inizia ad alzare il ritmo. Il primo a cedere sotto i suoi colpi è Adam Yates, mentre dietro si muovono Tanel Kangert (Estonia), Joaquim Rodriguez (Spagna) e Louis Meintjes (Sud Africa) con questi ultimi due capaci di riportarsi sulla testa della corsa. Anche Chris Froome (Gran Bretagna) prova a fare la sua accelerazione, che risulta tardiva. Davanti a poco più di 3 chilometri dallo scollinamento c’è lo scatto deciso di Nibali, sul quale resistono i soli Majka ed Henao. I tre scollinano con una quindicina di secondi di vantaggio sugli inseguitori, tra i quali è presente anche un ottimo Julian Alaphilippe (Francia), lanciandosi a tutta in discesa. Questa si rivela fatale per le ambizioni dello Squalo dello Stretto, che cade assieme al colombiano dicendo addio al sogno di medaglia.
Al comando resta quindi il solo Rafal Majka, il quale sembra lanciato verso l’oro, ma a due chilometri dall’arrivo su di lui rientrano Greg Van Avermaet eJakob Fuglsang i quali rientrano prepotentemente in lotta per il successo. Allo sprint non c’è storia, con il belga che ha un’altra marcia e lascia dietro gli avversari. Primo degliitaliani sarà Fabio Aru 6° al traguardo
ORDINE DI ARRIVO
1 | Greg VAN AVERMAET | BEL | BEL | 31 | 6:10:05 |
2 | Jakob FUGLSANG | DEN | DEN | 31 | +0 |
3 | Rafal MAJKA | POL | POL | 27 | +5 |
4 | Julian ALAPHILIPPE | FRA | FRA | 24 | +22 |
5 | Joaquim RODRIGUEZ OLIVER | ESP | ESP | 37 | +22 |
6 | Fabio ARU | ITA | ITA | 26 | +22 |
7 | Louis MEINTJES | RSA | RSA | 24 | +22 |
8 | Andrey ZEITS | KAZ | KAZ | 30 | +25 |
9 | Tanel KANGERT | EST | EST | 29 | +1:47 |
10 | Rui Alberto FARIA DA COSTA | POR | POR | 30 | +2:29 |
11 | Geraint THOMAS | GBR | GBR | 30 | +2:29 |
12 | Christopher FROOME | GBR | GBR | 31 | +2:58 |
13 | Daniel MARTIN | IRL | IRL | 30 | +2:58 |
14 | Emanuel BUCHMANN | GER | GER | 24 | +2:58 |
15 | Adam YATES | GBR | GBR | 24 | +3:03 |
16 | Brent BOOKWALTER | USA | USA | 32 | +3:31 |
17 | Bauke MOLLEMA | NED | NED | 30 | +3:31 |
18 | Kristijan DURASEK | CRO | CRO | 29 | +3:31 |
19 | Sébastien REICHENBACH | SUI | SUI | 27 | +3:31 |
20 | Frank SCHLECK | LUX | LUX | 36 | +3:31 |
21 | Jhoan Esteban CHAVES RUBIO | COL | COL | 26 | +3:34 |
22 | Serge PAUWELS | BEL | BEL | 33 | +6:12 |
23 | Alexis VUILLERMOZ | FRA | FRA | 28 | +6:12 |
24 | Romain BARDET | FRA | FRA | 26 | +6:12 |
25 | Simon CLARKE | AUS | AUS | 30 | +6:12 |
26 | Primož ROGLIC | SLO | SLO | 27 | +9:38 |
27 | Yukiya ARASHIRO | JPN | JPN | 32 | +9:38 |
28 | Daryl IMPEY | RSA | RSA | 32 | +9:38 |
29 | Nicolas ROCHE | IRL | IRL | 32 | +9:38 |
30 | Alejandro VALVERDE BELMONTE | ESP | ESP | 36 | +9:38 |
31 | Sergei CHERNETSKI | RUS | RUS | 26 | +9:38 |
32 | Christopher JUUL JENSEN | DEN | DEN | 27 | +9:38 |
33 | George BENNETT | NZL | NZL | 26 | +11:49 |
34 | Fabian CANCELLARA | SUI | SUI | 35 | +11:49 |
35 | Ramunas NAVARDAUSKAS | LTU | LTU | 28 | +12:18 |
36 | Andre Fernando S. Martins CARDOSO | POR | POR | 32 | +12:18 |
37 | Eduardo SEPULVEDA | ARG | ARG | 25 | +12:18 |
38 | Pavel KOCHETKOV | RUS | RUS | 30 | +12:18 |
39 | Steven KRUIJSWIJK | NED | NED | 29 | +12:18 |
40 | Damiano CARUSO | ITA | ITA | 29 | +12:18 |
41 | Andriy GRIVKO | UKR | UKR | 33 | +13:18 |
42 | Philippe GILBERT |