A tre settimane dall’inizio degli scavi nel torrente Patrì, ecco i rimi macabri riscontri: sono affiorati resti umani in una strada arginale che scorre nell’alveo e attraversa Contrada Cappellano, a Rodì Milici.
Secondo una prima ricostruzione i resti potrebbero appartenere al macellaio Giuseppe Italiano, ucciso dalla mafia del Longano il 22 febbraio del 1993 e su cui farà chiarezza un pool scientifico che dovrà eseguire particolari analisi per trovare riscontro alle dichiarazioni di un nuovo pentito, che proprio in questi luoghi ha indicato un cimitero della mafia barcellonese, utilizzato negli ultimi 20 anni per far sparire i corpi delle vittime di lupara bianca.
Le operazioni sono eseguite dei vigili del fuoco del distaccamento di Milazzo e dai carabinieri dei Ros, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina e dai sostituti procuratori della DDA di Messina, Vito Di Giorgio ed Angelo Cavallo, che da subito hanno concentrato le ricerche in contrada Cappellano.
Gli scavi sono diretti dal medico legale, Prof. Giulio Di Mizio dell’Università di Catanzaro, che ritrovò ed analizzò nel 2011 i corpi dei morti di lupara bianca per mano dei mafiosi affiliati al clan di Carmelo Bisognano.