Un dibattito dedicato alla Riforma Boschi quello che ieri è stato ospitato da un noto ritrovo del litorale tirrenico messinese. Ospite dell’evento il commissario del Pd messinese, Ernesto Carbone. In occasione del suo intervento, il parlamentare democrat, si è soffermato anche sulla vicenda Sindoni, consigliera eletta tra le fila dello stesso partito del deputato, poi trasmigrata, al seguito di Genovese, in altri lidi.
Non piace al viceré-nzi quello che sta accadendo in riva allo Stretto: un consiglio comunale che non assume ancora una posizione circa il da farsi in merito nonostante sia ormai posizione dell’ufficio legislativo e legale della Regione.
Già nei giorni scorsi era stato Giuseppe Siracusano – che dovrebbe subentrarle, in considerazione delle vicende giudiziarie che interessano il primo dei non eletti, Giovanni Cocivera-, a dire la sua e sollevare nuovamente la questione, affermando che “La deliberazione doveva essere immediatamente assunta dal Civico consesso, al primo consiglio utile, posto che riguarda proprio la sua legittima costituzione. Detta procedura, peraltro, è stata prontamente applicata da tutti i Consigli comunali investiti da vicende analoghe, tranne, appunto, che a Messina”.
Fatto sta che, a quanto pare, non sarebbero mancate le parole di condanna del commissario Carbone in primis alla Presidenza del Consiglio Comunale messinese, rea di non aver ancora agito come si converrebbe, nei riguardi di una persona che, di fatto, appartiene alla medesima corrente (genovesiana, inutile girarci attorno) da cui proviene proprio la numero uno del consesso. E per farla completa, il deputato del Pd, in serata, avrebbe postato sul suo profilo privato, un commento che si potrebbe definire “elleriano”, parlando dei “metodi mafiosi” che insistono nella città siciliana, proprio in riferimento al fatto che neanche oggi il consiglio avrebbe votato una decisione così importante e che, secondo alcuni, riconduce dritto dritto al problema della legittimità dell’assise. La stessa (assise) che, per la cronaca, si rimpalla da mesi la questione sfiducia verso una giunta su cui, piaccia o meno, “pesa” la legittimazione popolare. Uno scenario che, a guardar bene, ricorda proprio quello nazionale degli ultimi anni. (@EleonoraUrzìMondo)