Addio a Nuccio, il custode della Cassaforte

di Giampiero Bronzetti – Ricordo l’odore forte della carta invecchiata e la polvere nell’aria dovuta a quella moltitudine di volumi accatastati. Ma quello che ricordo meglio – ovviamente – è lo stato di soggezione che mi incuteva quel signore dietro al banco. Un tipo altissimo e asciutto con delle mani incredibilmente lunghe e affusolate. Nuccio Di Blasi, il Vecchio Papero, quello della Cassaforte, insomma. Un luogo che sin da giovanissimo ho iniziato a sbirciare con curiosità, mentre passavo a piedi con mia madre. Un luogo in cui ho poi passato anni della mia vita e nel quale ho conosciuto buoni amici che conservo ancora oggi.

Perché la Cassaforte del Vecchio Papero è stato, per molti, un posto magico in cui dare libero sfogo alla propria piccola e – perché no – segreta passione: i fumetti. Per anni l’unico ritrovo per amanti di Alan Ford e di Tex; per quelli della mia generazione, un angolo nel quale chiacchierare dell’ultimo numero di Dylan Dog o di Dragonball. Innumerevoli amicizie sono nate e cresciute in quel posto. Tanti ragazzi non esattamente “popolari” avevano l’occasione di ritrovarsi insieme ad altri coetanei per condividere gli stessi interessi.

E poi c’era Nuccio. Il burbero titolare infilato dietro quelle immense pile di fumetti. Un uomo apparentemente rude, ma che nascondeva un animo romantico e malinconico. A pensarci oggi, ricordando gli status che postava su Facebook o le nostre ultime conversazioni, Nuccio mi fa pensare a un personaggio dei romanzi o dei fumetti. Uno di quelli apparentemente spigolosi, ma che celano dentro di sé un universo inesplorabile di saggezza ed emozioni. Proprio come Zio Paperone, il personaggio che – non a caso – tanti anni fa aveva scelto per rappresentare il suo negozio, Nuccio era il guardiano della sua Cassaforte. Il custode di un tesoro che non tutti riuscivano a vedere, ma che lui conosceva e amava in modo smisurato.

Non mi ha sorpreso l’incredibile risonanza mediatica che ha avuto in questi giorni la scomparsa di Nuccio. Lui era un personaggio conosciuto anche dai non appassionati del genere. La sua Cassaforte era un punto di riferimento anche per chi solo occasionalmente si avvicinava al mondo del fumetto. In più, Nuccio era la Cassaforte e la Cassaforte era lui. Due elementi inscindibilmente legati a doppio filo da una vita intera dedicata alla passione per la Nona Arte e ai suoi protagonisti.

Protagonisti che oggi lo ricordano con affetto e amicizia profonda. Mario Benenati, ad esempio, direttore e fondatore della rivista Fumettomania, nell’apprendere con dolore la triste notizia, lo ha ricordato come un grande conoscitore e divulgatore della cultura fumettistica; mentre Lelio Bonaccorso, una delle eccellenze del fumetto nostrano, nel rendere il suo saluto a Nuccio, prova a fare un piccolo appello: “Con Nuccio perdiamo un’istituzione della nostra città e un protagonista del mondo del fumetto italiano. Io perdo un amico prezioso e di vecchia data. Spero che l’eredità lasciata da Nuccio sia portata avanti grazie anche all’impegno di tutti i messinesi”.

Ed in effetti, la speranza è che La Cassaforte del Vecchio Papero rimanga per i messinesi quel punto di riferimento che è sempre stato. In un momento così drammatico per il commercio nella nostra sfortunata città, sarebbe bello poter continuare a vedere quella porta a vetri spalancata dalla quale sporge quella interminabile pila di fumetti.

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