La questione è emersa in questi mesi, e se prima il “contributo” di sponsor privati sembrava una soluzione praticabile per ovviare alle mancanze della pubblica amministrazione, la consigliera Ivana Risitano, dando voce a un malessere emerso anche alle ultime riunioni delle forze politiche che sostengono Renato Accorinti, sulla sempre più evidente intenzione (anche attraverso il tramite dell’assessora Ursino) di lasciare che sia soprattutto la Caronte&Tourist, o al massimo Confcommercio, a sponsorizzare eventi che rappresentano gli ultimi “sforzi culturali” di Palazzo Zanca.
Ecco la nota della Consigliera, che tocca un tema fondamentale per capire equilibri politici e giornalistici di questa città.
“Il dibattito sugli sponsor (cui alcuni affibbiano con disprezzo l’etichetta di “ideologico”, come se “ideologia” fosse una brutta parola e non indicasse piuttosto senso critico e visione del mondo) si fa sempre più animato, soprattutto nell’attuale congiuntura socio-economica e alla luce dei buchi e dei tagli di bilancio nel settore della cultura. Dentro la querelle pubblico-privato si rischia di perdere il significato di certe prese di posizione ingiustamente derubricate a sterili polemiche.
La gestione delle sponsorizzazioni è una questione estremamente delicata e complessa: bisogna prestare attenzione al profilo giuridico e a quello fiscale, ma anche (direi “soprattutto”, per un tipo di esperienza come la nostra) a quello etico. Adottare uno sponsor significa veicolare un marchio: e scegliere a quale prodotto dare visibilità in cambio di un sostegno economico è scelta che va fatta responsabilmente e, io credo, in un’ottica di “consumo critico”.
Il Regolamento sulle sponsorizzazioni attualmente vigente presso il nostro Comune, seppur meno “avanzato” di quello sugli sponsor etici adottato a Roma, norma in modo abbastanza severo la gestione delle sponsorizzazioni, garantendo tramite gare ad evidenza pubblica, progetti e contratti, la trasparenza necessaria in questo settore, e scongiura il rischio che si facciano privilegi e che l’accesso non sia garantito a tutti con equità. Era su questo che verteva la mia interrogazione all’assessora Ursino ed è questa trasparenza e democrazia che chiedo sia rispettata in ogni scelta di sponsor. Ma nel nostro Regolamento c’è di più: c’è la possibilità per l’amministrazione di rifiutare certi sponsor per motivi di opportunità politica.
La mia è stata una scelta di CONSUMO CRITICO della cultura.
Tante persone quand’ero piccola e adolescente mi hanno insegnato che si può fare politica anche facendo la spesa: boicottando, ad esempio, una multinazionale che sfrutta il lavoro minorile nelle fabbriche”.