Si è conclusa nel tardo pomeriggio, ieri a Palermo, la seduta di V e II commissione per discutere dei problemi legati al mantenimento del servizio di assistenza igienico sanitaria agli alunni disabili nelle scuole. I commenti a caldo della segretaria generale della Funzione Pubblica Clara Crocé e della responsabile del dipartimento terzo settore, Elena De Pasquale, sono netti: “Anziché perdere e prendere tempo con la convocazione di un tavolo tecnico entro la prossima settimana sarebbe bastato condividere la richiesta di cancellazione di una norma che, incredibilmente, a detta degli stessi deputati che l’hanno votata, è inutile”. La mission è mantenere i livelli occupazionali e garantire un servizio efficiente, e per far ciò, secondo le rappresentanti sindacali, l’unica via è l’abrogazione dell’art. 10 della legge regionale n.8/2016 che prevede il passaggio della gestione del servizio di assistenza igienico sanitaria nelle scuola agli alunni disabili, dalle Città Metropolitane all’istituzione scolastica.
Un incontro conclusosi con un nulla di fatto, denuncia il sindacato che precisa: “La posizione della FP CGIL, non cambia, anzi, alla luce degli assurdi paradossi emersi durante l’incontro, rafforza l’idea che l’unica strada da seguire è quella di cancellare l’art. 10 e ripristinare la legge n.15 del 2004, così da fornire adeguata assistenza a chi ha bisogno”.
Ad meno di due mesi dalla riapertura delle scuole “anziché puntare all’individuazione di soluzioni concrete, che consentano di “rattoppare” il disastro messo in atto da quegli stessi deputati che oggi hanno “disconosciuto” la norma dagli stessi approvata, si trovi più opportuno indire un tavolo tecnico per tornare a ripetere il concetto chiaramente espresso dalla dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, la dott.ssa Altomonte, e cioè che il personale ATA, diversamente da come prescritto dall’art. 10, non è adeguatamente formato al tipo di servizio da rendere ai disabili. Il che significa che al danno di decine di lavoratori, quelli sì muniti delle necessarie competenze, si aggiungerebbe anche la beffa di fornire agli utenti un servizio del tutto insufficiente”, scrivono in una nota Crocè e De Pasquale.
“A fronte di ciò spiace constatare, al di là delle affermazioni della dirigente, come nel corso dell’intera seduta non sia mai realmente emerso il problema del non mantenimento dei livelli occupazionali, al punto che viene da chiederci quanto segue: se le affermazioni della dott.ssa Altomonte fossero state di altro tenore e avesse, per assurdo, dichiarato che il personale ATA può svolgere questo servizio, del dramma occupazionale vissuto dai lavoratori e dalla lavoratrici chi si sarebbe fatto carico?”.