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Da Messinambiente agli eventi occorsi negli anni in occasioni connesse alla manifestazione della Vara, dai rapporti (tesi) con la Prefettura, ad altre questioni, alcune delle quali poco chiare al primo cittadino, al cui incontro seguirà quello del Segretario Generale (che ha di certo contezza maggiore su carte e documenti). In oltre due ore di audizione, la commissione antimafia dell’Ars, oggi ha ascoltato quanto Renato Accorinti ha avuto da dire ai membri riuniti che lo avevano convocato “per riferire su eventuali iniziative dell’Amministrazione comunale adottate sul fronte della legalità e del contrasto alla mafia”. Un incontro che era stato annunciato da qualche settimana e che avrebbe potuto andare in fumo se solo non fosse intervenuto il presidente Nello Musumeci. Eh già, perché a Palazzo dei Normanni, senza giacca non si entra. Se poi indossi sandali e t-shirt non hai proprio scampo. A meno che, il mancato Governatore non venga in tuo soccorso con tanto di giacca da farti indossare. Del resto è ben più importante un outfit rispetto ai contenuti di un appuntamento come quello con la commissione antimafia. E, del resto, Accorinti conosce bene le rigide regole sul dresscode che vigono a Palermo. Poi se la tua gente ti ha eletto così, proprio in sandali e t-shirt, che gliene frega a loro. E se devi riferire su infiltrazioni sospette nei diversi ambiti della tua città, è certamente cosa meno importante delle ferme regolette del palazzo più mangione della storia istituzionale italiana. “Emerge un quadro di diffusa illegalità in città, non sempre riconducibile alle organizzazioni mafiose ma a veri e propri clan che si contendono il controllo di vaste aree del territorio, soprattutto nelle periferie”, ha sostenuto l’onorevole Musumeci. “Particolare attenzione – ha dichiarato il presidente dell’Antimafia- è stata rivolta alla società partecipata “Messina Ambiente”, ai difficili rapporti del sindaco con la prefettura di Messina e con il collegio dei revisori dei conti, al fenomeno dell’abusivismo negli alloggi popolari, alla mancata adozione di alcuni regolamenti comunali ed alla vigilanza sui lavori pubblici”.