“Il cara di Mineo va chiuso”. E’ questo il verdetto della Commissione Parlamentare dopo due gorni di visite all’interno della struttura. Nel corso di una conferenza stampa, il Presidente della commissione Federico Gelli ha spigato che in materia di migranti “il modello di accoglienza non può essere quello di Mineo in cui vi sono gravi interferenze della criminalità e vistose negligenze sull’accoglienza. Impensabile aprire, al centro del Cara un nuovo hotspot”.
La struttura di accoglienza, una delle più grandi d’Europa, è nel mirino dell’inchiesta mafia capitale. Sarebbero state accertate delle truffe il cui scopo era quello di gonfiare artificiosamente il numero dei migranti e quindi anche dei rimborsi. Dopo le visite al centro di accoglienza migranti, la commissione parlamentare, insieme ai procuratori di Catania, Caltagirone e Siracusa, prefetto e questore di Catania, amministratori giudiziari delle cooperative che operano nella struttura e una rappresentanza di Medem, i medici che si battono per i diritti umani, ha aperto delle audizioni, il cui esito positivo non basta per scongiurare la chiusura del Cara.
Le 3.350 persone ospitate all’interno delle strutture vivono in condizioni igieniche sanitarie carenti. I servizi diventano inoltre critici perchè come denuncia Gelli, “all’interno del Cara di Mineo continuano ad operare organizzazioni criminali che si occupano di tratta di immigrati e prostituzione creando grandi criticità, inoltre vi è il problema dei percorsi formativi efetteuati dal personale gestore delle strutture e non sono adeguati per un numero così elevato di soggetti ospitati”.
Per far sì che la struttura continui a “sopravvivere”, bisognerà lavorare ridimensionando innazitutto il numero di soggetti ospitati.