A Spiaggia lunga di Stromboli, la più esclusiva e lontana delle spiagge di sabbia nera, l’ultimo lembo di terra raggiungibile a piedi prima della sciara dove lava e lapilli scivolano giù lungo il fianco del vulcano più verde d’ Europa tuffandosi nel mare blu cobalto, nessuno ha mai portato più d’ una stuoia. Neanche i tanti vip che vengono a riposarsi nelle ville più esclusive. Qui, nonostante il nero dell’ arenile amplifichi il calore del sole, persino di ombrelloni se ne vedono pochissimi.
Per questo l’anno scorso, quando a sorpresa erano spuntati i primi lettini in affitto con tanto di giochi per bambini, era scattato l’allarme. E per questo, ora che la concessione a privati, (e per di più a prezzi stracciati) di pezzi di spiaggia ha il timbro della Regione Sicilia, nell’isola patrimonio dell’Umanità esplode la protesta.
Tanto più che qui non si potrebbe mettere su proprio nessun tipo di struttura o di attività, non fosse altro che per motivi di sicurezza visto che, ogni cento metri, a Stromboli si trovano cartelli che indicano le vie di fuga e le piazzole di incontro, tutte naturalmente lontano dalla costa, in caso di tsunami.
Se il maremoto del 2002, quando cedette un costone del cratere sottomarino del vulcano, invece di verificarsi il 30 dicembre fosse stato in piena estate, a Spiaggia lunga o a Ficogrande il mare avrebbe portato via centinaia di persone.
Anche per questo il piano spiagge redatto nel 2005, ma mai approvato dal Comune di Lipari, di cui Stromboli fa parte, per incompatibilità della maggior parte dei consiglieri, non prevedeva la realizzazione di alcuna struttura adibita a fini commerciali sugli arenili. E invece, qualche mese fa, la Regione ha accolto due istanze, “regalando” per la prima volta ai privati pezzi di demanio di altissimo pregio.
Per mettere su a Spiaggia lunga un chiosco in legno di tre metri per tre in un’ area di complessivi 29 metri quadri, l’ imprenditore fiorentino Vanni Tortoli, figlio dell’ ex sottosegretario all’Ambiente e fondatore di Forza Italia in Toscana Roberto Tortoli, pagherà 875,08 euro per sei mesi l’anno, dal 1° aprile al 30 ottobre. Cifra che arriverà a 910,34 euro nel 2020.
Un’ inezia rispetto ai prevedibili introiti di un chiosco in una spiaggia molto frequentata e anche molto lontana dal paese e da altre attività commerciali. Come un’ inezia sono i 2.000 euro che pagherà la società che si è aggiudicata 1500 metri quadri della spiaggia di Ficogrande, quella dove insistono i pochi alberghi dell’isola e che conta già una piccola porzione destinata a lettini e ombrelloni.
Tutte cifre tarate sulle tariffe minime di una legge regionale del 1989.
Il sindaco di Lipari Marco Giorgianni prova a correre ai ripari invocando motivi di sicurezza: «Ho sempre dato parere negativo a queste concessioni, come si vede dal piano spiagge che abbiamo mandato alla Regione per l’approvazione del commissario. Ho appena firmato un’ordinanza che vieta, almeno nelle calette dove si accede solo con strade da cui è difficile la fuga, il montaggio di qualsiasi tipo di struttura. Altro non posso fare». (@G.Pensavalli)