L’ operazione Totem meritava una bella conferenza stampa di chiarimenti per via di tanti personaggi ” interessanti”: dal catanese Epaminonda ( cognome pesantissimo, magari è solo un commerciante di confetteria, ndr) a Pietro Gugliotta, che non è soltanto il vice presidente operativo del Messina calcio ma anche il sindaco della Banca di Credito Peloritano e con un numero infinito di consulenze, compresa l’attività di liquidatore della Cooperativa Garibaldi.
Ma colpisce un nome, quello dell’ennese di Regalbuto Carmelo Rosario Raspante. Ehi, è roba che scotta. Flash back.
Un deposito greco bruciato con tutto il suo prezioso contenuto di sigarette e il sospetto che dietro la “punizione” ci fossero i soci sovietici. Qualcuno parlò di mafia russa, di un’ organizzazione che, oltre ad esercitare le ordinarie attività associative, avrebbe avuto un ruolo di rilievo nel traffico di sigarette di contrabbando, sgominato al tempo dagli uomini della Guardia di finanza di Bari nell’ operazione “Hellas”.
L’ inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore antimafia di Bari, Giuseppe Scelsi, provò ad accertare che legame ci fosse tra l’ organizzazione capeggiata da Albino Prudentino e la mafia russa. Si sapeva solo, che le sigarette stoccate in Grecia erano acquistate nei Paesi dell’ Est, in Ucraina in particolare, con la collaborazione dell’ armatore greco Stilianos Kolovos.
L’ uomo, nei primi mesi del 2000, quando era rinchiuso in una cella di un carcere ligure (su disposizione della Procura di Genova), avrebbe più volte parlato al telefono con uno dei figli di Albino Prudentino, Angelo. Con lui avrebbe concordato i movimenti di scafi, gommoni e navi per inviare sigarette in Sicilia da diverse località della Grecia e da Biserta, in Tunisia. A provarlo, una serie di intercettazioni raccolte nell’ inchiesta e richieste alla Dda di Bari dalla Procura di Genova.
Le sigarette, dunque, sarebbero state stoccate in Grecia e poi mandate in Italia, attraverso Puglia, Calabria e Sicilia. Da lì, poi, sarebbero state inviate agli acquirenti in Gran Bretagna, Spagna e Francia. Il referente di Albino Prudentino in Puglia sarebbe stato un barese: Stefano Mignozzi, di Conversano. Quello siciliano, invece, sarebbe stato il cognato di Prudentino, Carmelo Rosario Raspante da Regalbuto: si sarebbe occupato lui di tenere i contatti con le famiglie catanesi, palermitane e della Locride. Dalle carte dell’ inchiesta vennero fuori anche nomi di società e finanziarie con sede a Hong Kong, nelle Isole Vergini, in Nuova Zelanda e in Australia. Si trattava di società lavatrici, nelle quali cioè veniva ripulito il denaro sporco accumulato con il traffico delle sigarette di contrabbando.
Oggi con ” Totem” Messina lega Raspante al clan di Giostra in mano a Luigi Tibia. Davvero interessante. (@G.Pensavalli)