«Su queste salite ho costruito le vittorie più importanti e visto che sono scaramantico ci rivedremo anche il prossimo anno».
Dal buen retiro del passo San Pellegrino con vista sull’imminente Tour de France Vincenzo Nibali si coccola le Dolomiti circondato dall’affetto delle istituzioni locali, che ieri sera gli hanno dedicato una piccola festa durante la quale ha ricevuto dal presidente della Ski Area San Pellegrino Mauro Vendruscolo un riconoscimento volto a celebrare la recente trionfale vittoria al Giro d’Italia. Presenti in tanti tra ospiti ed amici, compreso l’onorevole ed ex ciclista Roger De Menech mentre a fare gli onori di casa é stato ovviamente Renzo Minella.
L’occasione è stata utile allo Squalo di Messina per tornare sul successo di Torino passando per gli allenamenti dolomitici col pensiero del Tour de France ma non solo.
«In questi posti mi sento a casa», ha dichiarato senza mezzi termini Vincenzo Nibali, «per questo motivo ci torno sempre molto volentieri da dieci anni a questa parte. Qui si lavora benissimo su percorsi duri ed impegnativi, ma la tranquillità ed il clima familiare che mi circondano una volta sceso dalla bicicletta sono le principali peculiarità per recuperare al meglio dalla fatica. Con questi presupposti mi appresto a cercare nuovi successi».
Magari già al Tour de France, dove però ricoprirà l’insolito ruolo di gregario in supporto a Fabio Aru.
«Gregario è un termine che non mi piace, preferisco considerarmi un battitore libero a caccia di qualche vittoria di tappa ma sicuramente pronto e disponibile a dare battaglia al fianco di Aru».
Nibali non lo dice apertamente, ma l’obiettivo primario dell’estate è rappresentato dalle Olimpiadi di Rio di agosto.
«Saranno la mia ultima occasione vista l’età, lo considero un appuntamento irripetibile. Il Tour sarà duro ma rappresenta il modo migliore per preparare mente e gambe in vista di Rio dove ci attende un percorso difficilissimo, il più difficile di tutti i tempi per quanto riguarda una competizione iridata. Darò tutto per conquistare la medaglia d’oro».
Il ritiro dolomitico di Nibali durerà una settimana, poi pausa di riposo e la partenza per la Francia.
«In questi giorni pedaleremo su strade che conosco benissimo. Il nostro percorso tipo prevede ascese continue e non potrebbe essere altrimenti ma le mie preferite sono Sella, Pordoi e Valparola».
Insieme a Nibali nella quiete del rifugio Flora Alpina del Passo San Pellegrino ci sono Valerio Agnoli, Fuglsang e Tanel Kangert, non Davide Malacarne, impegnato nel Giro di Svizzera.
«Malacarne? Alla brace», scherza Nibali prima di aggiungere sull’atleta bellunese: «È giovane e vanta un grosso potenziale. Il Giro di Svizzera rappresenta una tappa importante della sua crescita professionale. Sono convinto che tornerà più forte ed esperto, certo che potrà dare ancora tanto. Davide deve ancora esprimere il suo reale potenziale».
Il segreto dei successi di Vincenzo Nibali ha un nome e cognome che corrisponde allo storico manager Paolo Slongo, presente anche lui sul Passo San Pellegrino.
«È la mia ombra, ci troviamo benissimo e lo porterei con me ovunque».
Segnale di un prossimo cambio di casacca da parte dello Squalo, attratto dal nuovo team professionistico con targa del Barhein?
«No comment», taglia corto il siciliano che preferisce concentrare le proprie attenzioni sul presente. In occasione del rendez vous di ieri sera Nibali ha ricevuto in dono una scultura avveniristica firmata dall’artista trentino Mirko Dematté, mentre il sindaco di Falcade Michele Costa, a nome di tutta la comunità bellunese ha consegnato allo Squalo un ritratto delle Dolomiti “di casa”.
«Sono grato dell’affetto che mi circonda ogni volta che torno qui», ha concluso Nibali, «per me è un arrivederci al territorio dolomitico che mi riserva sempre emozioni e sensazioni positive. Tornerò qui in ritiro anche il prossimo anno, il mio è solo un arrivederci». @gderosa