E’ successo pochi giorni dopo il suo insediamento: l’assessore toscano Luca Eller Vainichier era stato travolto da una polemica molto dura partita dalle dichiarazioni che lo stesso aveva esternato in merito alla “puzza di mafia” che aveva percepito in città. Quell’affermazione aveva dato il via ad un fiume di richieste di scuse, rigurgiti di indignazione e prese di posizione nette da parte di quasi ogni opinion leader -o presunto tale- gruppo politico e chi più ne ha più ne metta. In realtà per non sentirsi lesi basta essere apposto con la propria coscienza e in città non tutti, di lì a poco, hanno dimostrato di esserlo, tant’è che appena un istante dopo sono Procuratore e Questore a corroborare quanto sostenuto dall’amministratore: la mafia esiste e si riconosce in vari passaggi di cronaca giudiziaria nostrana, da Matassa1 (ormai vale la pena metterci il numerino accanto), alle vicende della provincia -si pensi all’attentato ad Antoci-.
La mafia esiste, lo dicono quelli titolati, mica il renziano malvisto sin dal suo arrivo, non fosse altro che per quel difficile cognome che ricorda un mix tra un S.S. e le gemelle ballerine degli anni 60.
La mafia esiste e se esiste, sicuramente, puzza. Ninte da eccepire. E dunque il nuovo post a riguardo pubblicato dall’assessore, stavolta non fa rumore.
Avendo ben compreso come funziona da queste parti, stavolta Eller muove le sue osservazioni riprendendo “liberamente alcuni passaggi di un’intervista del Procuratore di #Messina Guido Lo Forte pubblicati sulla #GazzettadelSud il 20 maggio scorso”. Il post dell’assessore, di fatto, si compone in primis proprio di stralci delle parole del Procuratore che ha sostenuto come dopo la mafia barcellone e quella messinese esista anche quella nebroidea -e dunque quella a Messina esiste e non è un’invenzione- . “Il semplice uso corretto e scrupoloso degli strumenti amministrativi previsti dalla legge diventa addirittura rivoluzionario“, ha affermato il magistrato, ed Eller lo ha riportato, così come ha ripreso anche questo ulteriore stralcio: “Ci si accorge della presenza della mafia soltanto quando si verificano fatti eclatanti”. E infine: “… più un’organizzazione è potente e ramificata e dotata di collusioni, meno ha bisogno di gesti clamorosi”.
A questo punto arrivano le considerazioni del membro della giunta che conclude: “Ebbene, se si leggono tutti d’un fiato questi brani, ne emergerebbe che: a Messina c’è la mafia, non vuole la correttezza amministrativa, non ci accorgiamo della sua presenza poiché, essendo potente ramificata e collusa, non fa gesti eclatanti…”. Allora mi pongo innumerevoli domande alle quali, anche per il ruolo che svolgo, dovrò cercare con le persone di buona volontà di dare risposta e poi soluzione… la situazione potrebbe essere piuttosto grave, ma con impegno e dedizione sono convinto che quasi tutti vogliamo mozzare la testa a questo mostro che succhia il sangue ai messinesi…”. E conclude il suo post con il solito hashtag che aveva già proprosto: #NoMafiamaledetta .
Inutile dire che a sto giro non sono previste rimostranze o infiniti dibattiti per demonizzare questo straniero che si permette di giudicare la nostra sana comunità: la mafia esiste, l’ha detto Lo Forte, non è più questione politicamente strumentalizzabile ormai.