“Mai sentito un discorso così deliziante”. E’ la sintesi del pensiero di un pluridecorato della Brigata Aosta, di rientro dai nove mesi di missione in Afghanistan. Lo sottoscrive un sottufficiale del Quarto Genio di Palermo.
“Ho 35 anni di servizio, il mio comandante, il generale Mauro D’Ubaldi, mi ha davvero commosso. E gratificato tutti noi con un pensiero che mai come stavolta ci ha reso orgogliosi di essere degli Aosta”.
Beh, la commozione ha travolto lo stesso D’Ubaldi rivolgendosi a mogli, mariti, fidanzati e fidanzate, nonni e nonne, figli e figlie di uomini e donne che l’Italia (e non solo) non dimenticherà.
Già, perché se ti dicono di star fuori quattro mesi per chiudere una missione ci sta, poi ti avvisano che c’è il rischio di restare e poi, a marzo, allunghi ancora… Insomma, quei nove di missione l’han fatta pure quelli che erano a casa.
Monica Bisconti, palermitana, due figli che non sono venuti a Messina con motivazioni da “marco visita”, da nove giorni ha riabbracciato il marito, Agostino Oddo, militare di truppa, caporalmaggiore capo, segretario del comandante del Quinto reggimento Aosta Benito Anastasio (che ha comandato il reggimento di formazione che ha reso gli onori al generale di Corpo d’Armata, comandante del Secondo Fod di San Giorgio a Cremano Gino De Leverano e alle bandiere e labari presenti nel piazzale della caserma Crisafulli-Zuccarello, ndr) e in Afghanistan anche dello stesso d’Ubaldi , a sua volta comandante di Resort Mission:
“Ringrazio il generale per quelle parole, noi siamo una famiglia unita, con i nonni presenti ma i nostri figli l’hanno presa male. Alice, che ha nove anni , ha voluto restare a Palermo per la festa scolastica di fine anno alla “Rosolino Pilo”; Salvatore, 12 anni, mi ha detto che aveva la febbre alta. Sono in crisi di rigetto? Se vi dicessi come l’ho presa io quando Agostino mi ha detto che dopo cinque mesi non sarebbe tornato…”. Signora forte, che sa di aver sposato un militare, che è stato in Bosnia e Kosovo e che.. “Mi vien da dire che non deve partire più ma so che non sarà così.”. La replica: ” Se mi chiameranno andrò. Siamo sposati da 13 anni e quando ci siamo fidanzati non ero un militare. Comunque, sto per rientrare a Palermo…”.
Già, perché Agostino Oddo ha fatto per tantissimi anni il pendolare tra Messina e Palermo e ora torna a casa. Dove? Con la qualifica che ha, ovunque: Genio, Lancieri o al reggimento logistico di nuovissima costituzione. Per non lasciar fuori il Comando Militare.
Ha iniziato alla Brigata Julia, al 14°Reggimento a Venzone. La signora Bisconti : ” Giusto dire che Agostino è stato sempre presente in questi mesi. Ci sentivamo anche tre volte al giorno. Benetta whatsapp” . Addetto all’Ufficio postale del contingente Oddo ama il suo lavoro, che non fa per soldi ma per passione.
Dunque, non è il caso di virare sul prosaico euro che comporta una missione. ” Ma la signora Oddo ha mai avut paura? ” ì’, non posso negalo. Alla fine metabolizzi tutto ma resta dentro di te il detto e non detto, anche se lui mi ha sempre detto tutt”. E lui: ” Sì, noi ci diciamo sempre detto tutto. Anche per questa lezione di vita è stato così”.
Il colloquio è avvenuto presso il Comando del 5° Reggimento Aosta, lontano da occhi indiscreti e una presenza per nulla ingombrante, quella del tenente colonnello Angelo Vesto (e di un suo strettissimo collaboratore, ndr), stanco come non mai, ma gratificato da quel “mai così tanti complimenti per come un gruppo di uomini e donne dell’esercito italiano è stato gestito in Afghanistan sul piano della comunicazione”.
Nota finale. D’Ubaldi è umbro d’origine e figlio di un ufficiale. Ma ha voluto vestire i panni del siculo non solo con ” quel noi siciliani” ( che fatto felice anche Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars e che ogni volta ricorda che l’Aosta è la brigata dei messinesi e dei siciliani, ndr) ma quella battuta ” Ni valiu a pena” che ha poi meritato minuti e minuti di applausi. Come mai accaduto alla Caserma Zuccarello-Crisafulli. (@Gianfranco Pensavalli – foto Lillo Lo Cascio)