“Per il 2016, in corsa per il riconoscimento UNESCO, non ci sarà nessuna bellezza italiana”. E’ questa la triste affermazione fatta da Franco Bernabè, neo eletto presidente della Commissione Italiana UNESCO, il quale spiega che l’iter, così come affermato anche dal primo cittadino jonico giorni fa, D’Agostino, per questo tipo di pratiche, è lungo e complesso ma il prossimo anno, nonostante la perla jonica ospiti con molta probabilità il prossimo G7, non avrà nessun riconoscimento di questo tipo anzi, nel 2017 con molta probabilità, sarà Ivrea a essere riconosciuta come patrimonio Unesco, con il titolo di Città Industriale del XX secolo.
Salvo Brocato, responsabile del Coordinamento del Comitato Scientifico d’onore per la Candidatura Unesco, non si spiega tale tipologia di scelta, affermando che è “assurdo ed è impensabile che una bellezza come Taormina non debba essere patrimonio dell’umanità”. La strada parallela che si sta percorrendo è comunque ben diversa da quella percorsa per avere il riconoscimento Unesco.
Taormina e l’Etna infatti, si stanno candidando a diventare aree biosfere e per la Sicilia, sarebbe la prima riserva di biosfera presente sull’Isola. Brancato, coordinatore del del Comitato Scientifico d’onore per la Candidatura Unesco, ha poi spiegato che “La Cina, che già conta 48 patrimoni riconosciuti dall’Unesco, quest’anno ha due nuove candidature ed in caso di vittoria toccherebbe quota 50 portandosi a un solo “patrimonio” di differenza dall’Italia, ed è davanti anche a Spagna (44 patrimoni), Francia (41) e Germania (40). E’ evidente che questo sbilanciamento suscita molte perplessità. Taormina merita rispetto”.