Può capitare di sfilare a Roma per la rivista ( si chiama così anche per se tutti è parata) del 2 giugno a Roma e venire snobbati da una terna Rai che ha saputo solo straparlare e che non sapeva “leggere” chi marciava davanti al presidente Mattarella e l’affollatissima tribuna vip.
A volte non riuscivano neppure a spiegare cosa urlassero uomini e donne in divisa.
Così, quando la banda dell’Aosta al comando del maresciallo De Caro e una compagnia della Brigata siciliana di stanza a Messina, ovviamente con il generale Mauro D’Ubaldi in testa, hanno aperto la rivista, meglio dell’intero settore dell’Esercito, i tre han perso il senso della misura. Ci vorrà qualche minuto prima che Filippo Gaudenzi citasse l’Aosta. Che con la Brigata Taurinense e banda e speciale compagnia in uniforme di Dimonios e Brigata Sassari sono state le uniche rappresentanze dell’Esercito.
Ci vuole una spalla tecnica militare per simili eventi non ciacolatori del nulla.
Neppure un cenno -ovviamente- alla missione in Afghanistan della Brigata Aosta durata ben nove mesi. Ad aprire la rivista i sindaci d’Italia, guidata da quello di Catania Enzo Bianco. Ce ne erano anche tre del messinese.
@GianfrancoPensavalli