ESCLUSIVO – Nomi, cognomi, parentele delle maestre di Reitano. Minacciato chi ha denunziato

di Gianfranco Pensavalli – Occorreva un’inchiesta indipendente senza guardare in faccia alcuno per dare un volto, con nomi e cognomi, alla maestre di Reitano, sospese dall’insegnamento dal gip di Patti per via dei loro metodi violenti o, comunque, per il concorso negli stessi.

Fuori il rospo. Il denunciante, che ha avuto il coraggio  di rompere il muro omertoso, è stato minacciato dai contigui alle indagate e non vuol parlare con i cronisti. Lui che, preso atto che facevan orecchio da mercante a Mistretta (sede della direzione didattica,ndr), che un maresciallo dell’Arma è il marito di una delle maestre, ha trovato la via giusta per piombare al commissariato di polizia di Sant’Agata di Militello e far scattare il blitz giudiziario.  Ma oggi è sfiduciato, in crisi esistenziale.

Atto finale ritenuto eccessivamente garantista per tanti che invocavano il carcere per la maestra picchiatrice, al secolo Giuseppina Calanni, da Marina di Caronia, bellissimo borgo marinaro che, tra i suoi personaggi di spicco, può contare sul generale di Corpo d’Armata dei carabinieri Stefano Orlando, già vice comandante dell’Arma e comandante della Divisione Culqualber di Messina.

In paese si conoscon tutti ma non è il caso  di  dare un peso specifico nella vicenda al presunto interessamento del generale. Comunque, Calanni è cognome di peso e in via Brin in tanti fanno notare che la signorina è “ben vista”. In tanti, ma non alcune coppie di genitori.

La numero due del pasticcio si chiama Serafina Aragona, Fina per tutti, ed è sposata al maresciallo Re, che è in forza alla Compagnia dei carabinieri di Mistretta. Dove, come detto, opera la dirigente Maria Grazia Antinoro, accusata di aver sottovalutato la vicenda che si trascina da anni e che solo adesso, grazie alla voglia di un genitore di uscire dal coro e credere al figliolo, ma che da vittima stanno trasformando in carnefice, ha avuto una prima conclusione. Con video che incupiscono.

C’è una terza maestra sospesa ed è Vita Crascì da Castell’Umberto, docente di religione. Le tre insegnanti fanno parte della prima sezione pluriclasse, quella con alunni di prima, seconda e terza elementare.

Dunque, resta fuori una quarta insegnante. Maria Di Naso, che non  è del luogo e che è arrivata in Sicilia da Milano e che al cronista ha dichiarato: “Fortunatamente ne son venuta fuori”.

Fuori le insegnanti della pluriclasse con alunni di quarta e quinta? Forse no, ma non rientrerebbero in questa prima tranche giudiziaria.

Significa che c’è altro da ” leggere”? Sì, lo pensano proprio tutti a Reitano. Specie chi da anni si recava a Mistretta per urlare che qualcosa non andava in quella scuola. Mai ascoltata, a volte derisa.

E, nel frattempo, sono arrivate da Mistretta due insegnanti, Carola e Angela ( i cognomi in questo caso non servono,ndc).

Reitano, comunque, si è spaccata. Il vice sindaco Tecla Cupane, che vive a Villa Margi e non in paese, che avrebbe avuto o ha un rapporto di parentela con Fina Aragona, non ha gradito quelli che definisce eccessi urlati delle madri denuncianti.

Il sindaco Salvatore Villardita, invece, vuol costituirsi parte civile e mette nel mirino La Vita in diretta che gli ha negato la parola.

Detto che le insegnanti hanno scelto un’unica linea difensiva affidandosi allo studio Ricciardi di Acquedolci, è giusto segnalare che un bambino ha definito in un disegno la maestra picchiatrice “la moglie di Satana”, che un altro accusa gravi disturbi neurovegetativi dopo i fattacci, che il parroco non ha voluto affrontare nell’omelia la vicenda, che il vicario vescovile si chiama Calanni come la maestra picchiatrice.

E chissà quante altre strane coincidenze ci sono in questa bruttissima storia. Che in tanti vedono come la lotta tra Davide e Golia, con la Calanni che patteggerà o chiederà l’abbreviato e una delle due maestre accusate di concorso in salvo.

Il presidente del Consiglio comunale, Filippo Togaro ha questa sensazione. E invoca un avvocato di grido, magari romano. Forse troppo costoso per un paese quasi al dissesto per un vecchio ” rosso” da 1,2 milioni di euro.

In serata si è appreso che il Gip del Tribunale di Patti Ugo Molina, ha revocato la sospensione di Serafina Aragona, perchènon sarebbe lei la donna immortalata nelle immagini registrate durante l’indagine.

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