La nave della Guardia Costiera che li ha messi in salvo e trasportati fino a Messina, ha trovato posto accanto ad una grande nave da crociera sul Molo Marconi. Un’immagine che i messinesi hanno visto altre volte, ma di cui non ci si fa mai l’abitudine.
Lo stile, almeno in questo caso, è più italiano: nessun mitra in mano, come nell’ultimo sbarco di 493 profughi dell’Africa sub Sahariana giunti con la nave inglese Enterprise, ma la macchina dell’accoglienza pronta con medici e Comune in prima fila.
Sono circa 350 quelli approdati intorno alle 9. Secondo le prime informazioni sono tutti uomini. 60 i minori non accompagati, seguiti dallo staff di Palazzo Zanca, oggi presente con l’assessore Santisi, il vicesindaco Cacciola e i dirigenti del dipartimento servizi sociali. Stanotte i giovani immigrati dormiranno al Palanebbiolo.
Per loro il viaggio è finito bene. Sopravvissuti a quello che sembra un genocidio infinito. Proprio stamattina si è infatti registrata una nuova sciagura del mare. Lo raccontano alcuni migranti, salvati all’alba nel canele di Sicilia, e scampati all’affondamento del peschereccio che, partito dalla Libia, li avrebbe dovuti portare sulle coste italiane. Una seconda imbarcazione, con circa 500 a bordo, senza motore e trainato dal primo, sarebbe affondato. Pochi sarebbero riusciti ad aggrapparsi alla fune che li legava, mettendosi in salvo, mentre centinaia sarebbero annegati.