Nessuno scontro, nessun diverbio: la decisione assunta l’altroieri sera a Palazzo Zanca è stata una sorpresa per tutti, protagonisti della vicenda compresi. Convocati i rappresentanti della giunta, i consiglieri accorintiani, i membri del movimento CMdB e i due papabili al trono lasciato vuoto da Gino Sturniolo, l’incoronazione di Cecilia Caccamo è stata voluta proprio da quanti seduti attorno al tavolo di discussione.
In ordine di preferenze il posto sarebbe dovuto spettare proprio all’artista eletta nella lista del primo cittadino, e solo dopo di lei, con sedici voti in meno, nella linea di successione ci sarebbe stato il fotoreporter Enrico Di Giacomo. Allora perché erano presenti entrambi? Semplice, perché originariamente, la posizione dell’ormai neo consigliera di CMdB sembrava presa: da parte della Caccamo un secco no. Questione di opportunità. Ma il gruppo, coeso e fermo tutto sulle stesse posizioni, a quanto pare, ha convinto (letteralmente) la compagna di Accorinti a tornare sui suoi passi e accettare il mandato conferitole dall’elettorato. Perché? “Perché no?”, commenta chi era presente.
Ascoltate le voci dei diretti interessati a diverso titolo e livello, pare di capire che non fosse intenzione di alcuno rendere il rapporto personale tra l’amministratore e la Caccamo un pregiudizio: declassare la candidata del 2013 al rango di semplice compagna di… sarebbe stato poco aderente allo spirito di eguaglianza e trasparenza del progetto. Del resto quei voti li ha presi e” non si tratta di una nomina calata dall’alto dell’ufficio del sindaco”. D’altra parte c’è chi parla di parentopoli 2.0 e non sono in pochi a criticare aspramente la decisione. Ma tutti i commenti negativi arrivano da altre parti, mai dall’interno, sia chiaro, almeno pubblicamente.
Nonostante qualcuno avesse parlato di dissapori tra i due possibili successori del dimissionario queste cono state prontamente smentite e, stando alle testimonianze dei diretti interessati, all’orizzonte c’è calma piatta: “Con Enrico? Dissapori? Assolutamente no. Si è deciso tutti insieme e a fine incontro se n’è andato facendomi un sincero in bocca al lupo”, afferma la consigliera.
“Lo spirito di gruppo è e resta forte”, sostiene la capogruppo Lucy Fenech che, ieri in aula, ha dato il proprio benvenuto ai due nuovi membri di Cambiamo Messina dal Basso, la Caccamo per l’appunto e Maurizio Rella.
“Mi chiedevo se sussistessero le ragioni di incompatibilità pur non essendoci un rapporto riconosciuto dalla legge”, ci ha raccontato la neoconsigliera le cui perplessità circa l’accettazione del mandato erano strettamente legate alla sua relazione con il primo cittadino. “Tutto gira attorno alla tutela e non volontà di non danneggiare questa esperienza”, afferma alludendo al percorso del movimento e dell’esecutivo.
“Io mi ero tirata indietro e per me era molto importante conoscere l’opinione della giunta, del movimento e delle consigliere perché questo tipo di scelta determina dei cambiamenti che sono di una certa rilevanza pertanto è fondamentale siano condivise. Ero pronta a fare dieci passi indietro laddove si fosse ritenuto opportuno così come a rimettere in gioco la mia decisione -di non accettare- qualora avessi percepito ci fosse una volontà a sostenere questa mia presenza in consiglio”. E a chi sostiene che la scelta sia ricaduta sulla first lady perché eventualmente chi in ordine di preferenze subito successivo a lei avrebbe rinunciato (e quindi i vari Enrico Di Giacomo, Saro Visicaro ecc) viene smentito dai presenti alla riunione tenutasi due sere fa a Palazzo Zanca. Una riunione alla quale la Caccamo si sarebbe presentata con la certezza del suo no; una fermezza scossa primariamente dalla giunta che, per l’appunto, avrebbe posto la questione sul più classico dei “perchè no?”.
“E’ un’esperienza di partecipazione in cui io credo profondamente e non poteva essere solo mia scelta perché ne ho diritto”, ha concluso.