Nelle ultime 48 ore, Facebook è stato teatro di botta e risposta indiretti tra protagonisti e commentatori della vicenda dimissioni che ha interessato il consiglio comunale messinese e che ha visto l’addio di due colonne dell’opposizione apartitica dei battitori liberi ex accorintiani Nina Lo Presti e Luigi Sturniolo. Gli oppositori più strenui di questa amministrazione, i più accaniti e ferventi attivisti dell’accorintismo pregovernativo, le peggiori spine nel fianco di un esecutivo che hanno appoggiato e che li ha appoggiati durante una campagna elettorale che sembra ormai lontana anni luce. La separazione dal gruppo di Cambiamo Messina dal Basso non ha fatto tardi ad arrivare, inserendo i due in un contesto diverso, quello degli outsider ma quelli veri. Si sono spostati al gruppo misto tagliando il cordone con quel vertice di palazzo che, per dirla con le parole di Nina Lo Presti “ha tradito gli ideali” che, secondo l’ex consigliera, aveva promosso fino ad un istante prima di varcare la soglia di Palazzo. Da sabato mattina sono partite da ogni parte le prove tecniche di esegesi, le analisi puntigliose di una conferenza stampa che ha molto interessato molto e molti e, tra i vari “commentatori social” , sono spiccati i post dell’assessore Daniele Ialacqua e della consigliera Lucy Fenech. Proprio alle affermazioni pubblicate dalla capogruppo di Cambiamo Messina dal Basso , Gino Sturniolo ha prontamente voluto dare una risposta.
“Come è logico, non ha senso che io intervenga sui social a ridosso delle dimissioni mie e di Nina. E’ giusto che queste siano commentate e criticate da chi avrà la voglia e la bontà di farlo, con apprezzamenti e contestazioni di vario ordine“, esordisce affidando, anche lui, i propri pensieri alla grande agorà di Zuckerberg.
“C’è, però, un piano che non è consentito a nessuno ed è quello che della falsità consapevole. La “inebetita Fenech” scrive che “la consigliera Lo Presti tre anni fa criticò e non appoggiò la mia delibera sui gettoni di presenza che tentava di proporre uno stile diverso alle commissioni, stile che a lei allora andava bene.” E’ una evidente diffamazione, dimostrata, in primo luogo, dallo stile di Nina (incentrato su dedizione e competenza, laddove è da dimostrare che la stessa cosa si possa dire per la Fenech) e, in secondo luogo, dal fatto che sia Nina che io votammo la delibera sui gettoni di presenza della capogruppo di cmdb. Certo, la sua delibera non era un granché ben costruita (nonostante a detta sua avesse lavorato tanto per scriverla) e ne facemmo rilevare i limiti, tanto che io presentai degli emendamenti per cercare di aggiustarla almeno un po’. Tuttavia, la votammo perché ritenevamo giusto che l’effettiva partecipazione fosse misurabile. Inoltre, sempre l’inebetita Fenech scrive che “il consigliere Sturniolo si è trovato in più occasioni a difendere in commissione e consiglio i consiglieri coinvolti prendendosi per questo anche applausi da stadio”. Anche questa è una dichiarazione dal carattere diffamatorio. Io non ho mai preso applausi da stadio sui miei interventi sull’inchiesta relativa a Gettonopoli. Io ho preso gli applausi dell’aula in una occasione (tanto che la Barrile dovette interrompere i lavori) poichè alla Fenech che parlava di seduta di consiglio infruttuosa ho fatto notare che era inverosimile che il capogruppo del Gruppo consiliare dell’Amministrazione parlasse di infruttuosità laddove a maggio 2016 non era ancora giunto in aula il previsionale 2015. Mi venne così, spontanea. Mi sarei messo a ridere anche io e avrei applaudito, se l’avessi sentita. Sono intervenuto pubblicamente più volte, anche con note critiche, perché intravedo il rischio che la narrazione che si costruisce intorno a quelle fattispecie abbia la finalità di delegittimare le assemblee elettive in generale. Io credo che ci sia bisogno di più democrazia, non di verticalizzazione. D’altronde, sono un garantista convinto, e non ho mancato di sottolinearlo neanche in quest’ultima fase della mia partecipazione alla vita del consiglio comunale”. Un affondo piccato e sottilmente sarcastico nella chiosa del post di Sturniolo che, alla ex collega, dice senza minimamente girarci attorno e senza rivolgersi a lei direttamente: ” La Fenech, però, è troppo fragile politicamente per comprendere appieno questo tipo di argomentazioni. Come ha sempre dimostrato, è accecata dal settarismo”.