Ci sono i berlusconiani di ieri e forse anche di oggi che però rifiutano le logiche di una politica serva di decisioni imposte e che dimentica il territorio, riuniti all’Hotel Europa, in una calda domenica di maggio. Calda come quelle delle campagne elettorali primaverili la cui aria si respira identica in questi ultimi tempi per quanto, sulla carta almeno, non ci sono corse alle urne in previsione nell’immediato futuro.
“Nè urlatori nè provocatori” si definiscono i fautori del progetto “Rivolta l’Italia”. C’è l’ex azzurro Nino Beninati, tra i fondatori del partito a Messina e con lui Francesco Stagno D’Alcontres e Pinella Aliberti. Hanno la consapevolezza e il background per andare oltre gli slogan, in mano stringono già le proposte: quelle per la città sono dieci e loro sono già pronti a presentare una lista alle prossime elezioni.
Il quadro indignato, grigio e cupo di una città e di un’Italia che cadono sempre più giù sono condivisibilmente delineati da Giuseppe Moles, fondatore e vertice nazionale di questo nuovo soggetto politico che, a Messina trova nell’avvocato Francesco Carrozza il proprio presidente.
“Siamo conservatori quando si tratta di difendere le libertà giò acquisite; radicali quando si tratta di conquistare spazi di libertà ancora negati; reazionari per recuperare libertà che sono andate smarrite; rivoluzionari, quando la conquista della libertà non lascia spazio ad altrettante alternative; progressisti, sempre perché senza libertà non c’è progresso”, si legge nel manifesto di Rivolta l’ Italia.