Niente domiciliari per “Nino il messinese”, ovvero l’ex brigadiere dei carabinieri Antonino Perticari (al momento sembra solo omonimo di Adelfio, l’omicida del 20enne di Camaro Giuseppe De Francesco, ndr) , accusato dalla Dia di Catanzaro di essere contiguo al clan cosentino Rango-Zingari, anzi di essere una “talpa” insieme a un poliziotto finito ai domiciliari. Lo ha deciso il gip distrettuale Assunta Maiore. Che ha scritto nell’ordinanza che “il brigadiere Perticari si recò nell’abitazione del Rungo il 27 novembre 2012, per una sorta di visita di cortesia. Rungo, ritenuto il boss di via degli Stadi, era ai domiciliari e nell’abitazione c’era anche il sorvegliato speciale Gennaro Presta ma il sottufficiale dell’Arma omise di rivelarlo ai suoi superiori. In più, chiese al Rango di “recuperare alcuni veicoli rubati”.
E c’è dell’altro. In un’occasione “Nino il messinese” avrebbe sconsigliato Maurizio Rango dal perpetrare un’estorsione ai danni del titolare di un supermarket. Gesto dettato dal fatto che la vittima predestinata si trovava in difficoltà economiche.
L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa: in cambio delle informazioni riservate denaro, beni di vario genere e favori personali. (@g.pensavalli)