Un’opera strategica dalla quale può ripartire l’economia di una città in ginocchio: questo potrebbe essere la piastra logistico-distributiva da realizzare in prossimità dell’approdo di Tremestieri e della quale si è tornato a parlare anche oggi a Palazzo Zanca, alla presenza dei sindaci dei comuni della città metropolitana di Messina. Nelle settimane in cui il presidente del Consiglio gira in lungo e in largo per firmare i patti per il Sud, dimenticando -non a caso- la città dello Stretto, per noi sembra esserci poco o niente in termini di fondi per infrastrutture che possano fare la differenza. L’assessore allo sviluppo economico, Guido Signorino, aveva già tirato fuori dal cilindro quest’opera che necessiterebbe di diverse decine di milioni di capitali per la sua realizzazione. Questa mattina, è stata ribadita l’intenzione a chiederne il finanziamento e quindi di inserirla nel Masterplan per Messina. Vale la pena di ricordare che non si tratta di un’iniziativa “nuova” e in tempi non troppo lontani, Giuseppe Santalco, Paolo David e Francesco Pagano avevano interrogato l’amministrazione chiedendo perché non avesse posto in essere tutte le misure necessarie ad acquisire i 16 milioni del fondo CIPE, essenziali a far partire i lavori.
Come dicevamo, non si tratta di una proposta innovativa e di ultima generazione: che la piastra fosse potenzialmente un’opera strategica dalla quale può ripartire l’economia di una città in ginocchio è cosa che già era stata detta, per la precisione nel 2011, anno in cui l’allora sindaco Giuseppe Buzzanca e il suo assessore allo sviluppo economico, Gianfranco Scoglio, avevano presentato l’iniziativa nell’ ambito del Programma Innovativo in Ambito Urbano (PIAU) “Porti e Stazioni”, promosso con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in partnership con Regione Sicilia, Provincia di Messina, Autorità Portuale e Gruppo F.S.
Un argomento (quello della piastra) venuto fuori anche in campagna elettorale tra Accorinti e l’avvocato di centro destra, entrambi ritenuti ad inizio dello scontro amministrativo, due competitor l’uno dell’altro, nonché entrambi attori non protagonisti nella corsa a Palazzo Zanca. Come la storia dimostra, il dato era errato e oggi che il professore di ginnastica è al vertice dell’Ente, il progetto dell’ex city manager del Comune di Messina torna in auge. Bisognerebbe capire per quale ragione la proposta sia rimasta chiusa in un cassetto per tutto questo tempo giacché la sua bontà pare sia condivisa trasversalmente. Non sembra credibile che all’amministrazione attuale siano serviti ben tre anni per comprendere il potenziale dell’opera. Quel che sembra mancare adesso, comunque, sono “solo” quei famosi milioni (30 dei quali si vorrebbe venissero da fondi statali cui andrebbero aggiunti altri 10 milioni che potrebbero giungere dall’Autorità Portuale) e chissà che per andare avanti di un altro passo non servano altri 5 anni.