di Gianfranco Pensavalli – Alle 17,38 di un pomeriggio d’aprile caldo anche in senso “meteo (22 gradi) Luca Eller Vainicher ha chiesto scusa alla città e ai consiglieri per quel post sulla mafia. E, in più, ha detto che si prenderà una pausa di riflessione dopo gli attacchi incrociati di tantissimi capogruppo che ne han chiesto le dimissioni.
Il vice sindaco Cacciola-in aula perché Accorinti si è ammalato- aveva preso le distanze con quel “Io odio facebook che provoca anche incoscienze notturne”. Sì, un messaggio passionale ma personale, che non coinvolge la Giunta. Ore passate a sentire consiglieri che han puntato il dito sull’offesa e sull’insipienza politica della Giunta ma che poi votano sì. Sempre sì. Il consigliere Nicola Cucinotta, invece, ha virato sul trascorso giudiziario ormai stranoto di Luca Eller Vainicher. Ovvero l’arresto del 1998 ad opera della Dia di Firenze. “Mi han fatto il tortino, mi han messo in mezzo. E dire che ero anche consulente della Procura…”.
Dettagli? Zero. Solo che ha chiarito di non aver citato il Ministero e fatto causa per ingiusta detenzione. Gelli, la camorra? Eh, ‘ste robe le dovranno cercare i cronisti negli archivi. Lui ha detto che la Procura ne chiese il proscioglimento per quella storia di mazzette nell’ambito dell’operazione Italrifiuti. E che il Riesame lo rimise in libertà. Serafico, teatrale.
Come quando ha stretto la mano al consigliera Donatella Sindoni che faceva outing “Ciprie e profumi francesi, eccoli. allora sono io sotto accusa?”. La stessa Sindoni ha accusato l’architetto Canale di averle negato degli affittuari a costo ridicolo degli immobili comunale. Altro che trasparenza. Comunque, persino la mite Lucy Fenech ha dato a Luca Eller Vainicher dell’inopportuno e ribadito che in aula c’è un clima di violenza e conflittualità. Durissima Nina Lo Presti. Che ha rimarcato l’incongruenza – legge Madia alla mano- del pensionato che incassa lo stipendio da assessore. Nota finale. Le vicende fiorentine dell’arresto di Luca Eller Vainicher che partono da Porcari. Paese contiguo a Capannori. Da dove arrivò Alessio Ciacci. Che lasciò un buco da 7 milioni alla voce monnezzaro e che Messina processerà a breve.