Da più parti si chiede la testa del neoassessore per aver commesso reato di lesa maestà e parlato di mafia (in più di un’occasione, come ha fatto notare qualcuno). E allora, da una parte c’è chi chiede ad Eller Vainicher di denunciare alla Procura della Repubblica eventuali informazioni che fossero in suo possesso e lo avessero quindi portato a ritenere di fare certe dichiarazioni -sacrosanto. Ci uniamo tutti all’invito rivoltogli da alcuni di andare e raccontare eventuali circostanze a chi possa far luce su tali fatti!-.
Dall’altra, c’è chi si indigna, offende e chiede scuse immediate al toscano colpevole di aver usato la parola mafia (anzi “mafiamaledetta”) nella stessa frase in cui era scritto il nome Messina .
A questo punto sarebbe bene si dissipassero le nubi attorno a questa faccenda. Ed ecco che la città attende…i chiarimenti, non le scuse, sia chiaro.
Assodato che, per quanto babba, Messina non è fuori dal mondo – e men che meno dalla Sicilia – , senza entrare nel merito dell’opportunità del post di Eller (a cui, in generale, consigliamo di affidarsi ad un buon esperto di comunicazione perché l’esordio in città non è stato dei migliori, sin qui), viene abbastanza spontaneo chiedersi se non ci si trovi davanti ad una circostanza harrypotteriana: dire mafia è come nominare Voldemort.
Ma Eller non poteva saperlo.
D’ora in poi, quindi, quando e se vorrà far constare che esistono dei sistemi o un’asse di potere – che solitamente i messinesi chiamano “mafiosa” o “massonica” senza badare troppo ad urtare la sensibilità della collettività – con i quali si sta scontrando, dovrà dire “tusaichi”, giammai “mafia”.
Così nessuno si sentirà profondamente offeso. Certo è che sarebbe utile, al di là di ogni retorica, scoprire che nelle parole dell’assessore ci sono dei riferimenti chiari e precisi. Ma i siciliani sanno bene che senso ha la parola “tusaichi” e come essa sia attribuibile non solo a comportamenti giuridicamente perseguibili ma spesso riconducibili a chi mette bastoni tra le ruote a chi vuol fare, a chi cerca di boicottare nei modi meno nobili, a chi rende farraginosi sistemi già complessi e così via. Ed è probabile che proprio a questo facesse riferimento Eller. Di mafia, atteggiamenti mafiosi e mafia dei colletti bianchi ha parlato (fin troppo) sino ad ora, tutte locuzioni e termini che rientrano nel nostro gergo quotidiano per descrivere una realtà, quella messinese, alla quale apparteniamo e che viviamo e talvolta subiamo. Allora fingiamo non sia così o ce la stiamo prendendo perché, semplicemente, non ha diritto a dirlo chi è venuto da lontano?
Improvvisamente tutti si scoprono uniti a difendere l’onore di una finta vergine. E guai a dire che non è illibata, seppure in paese si sa bene che la sua onorabilità è falsa.