Escavatorista di Venetico morto nel Vicentino: aperta inchiesta, disposta l’autopsia

Sul corpo dell’escavatorista  di Venetico ucciso da un masso nel Vicentino si farà l’autopsia. La richiesta di procedere allo svolgimento dell’esame autoptico è stata inoltrata alla procura della Repubblica del tribunale di Vicenza dall’avvocato Nicola Mele, che tutela gli interessi della famiglia La Ganga. E di conseguenza il sostituto procuratore della Repubblica, Serena Chimichi, ha revocato il nulla osta per la sepoltura che aveva già concesso. Autopsia che sarà effettuata all’ospedale di Santorso.

La svolta nella vicenda dell’incidente sul lavoro avvenuto nel cantiere della superstrada Pedemontana Veneta, che è costato la vita mercoledì  della scorsa all’operaio messinese Sebastiano La Ganga, 54 anni. «La richiesta che venga effettuata l’autopsia è arrivata dalla moglie ed ha lo scopo di avere il quadro completo e chiaro della dinamica e delle circostanze del tragico incidente sul lavoro di cui è stato vittima il congiunto», spiega l’avvocato Mele. A questo punto si dovrà attendere ancora qualche giorno  per avere un secondo nulla osta della procura della Repubblica di Vicenza che dia la possibilità ai parenti di trasferire la salma in aereo dall’aeroporto di Tessera a quello di Catania.

Il funerale si terrà nel suo paese di origine, a Venetico, attorniato dai parenti e dai conoscenti, che in questi giorni hanno continuato a far giungere messaggi di conforto alla moglie Maria Grazia Carauddo, che per stare vicino al marito si era trasferito da gennaio dal messinese a Valdagno.

La morte improvvisa e tragica dell’operaio tecnico escavatorista di lungo corso, grande esperto, ma soprattutto prudente, come lo descrivono i compagni di lavoro, ha lasciato nel lutto non solo le maestranze della società Sis, che sta realizzando la superstrada in project financing, ma tutto il paese di Venetico , da dove andava e veniva per motivi di lavoro Sebastiano La Ganga. Una vita la sua come quella di tanti suoi compaesani costretti a migrare dove il lavoro lo chiamava. Per questo la tragedia assume una valenza ancora più sofferta.

L’operaio era all’interno della galleria in via di costruzione, Malo-Castelgomberto, lunga quasi sette chilometri. e stava manovrando un escavatore procedendo alla rimozione dei detriti, sbriciolati dallo scoppio di una precedente mina. Un’operazione, che La Ganga avrà effettuato migliaia di volte nei tanti anni della sua attività, ma sempre, come hanno riferito i suoi compagni subito dopo l’incidente, eseguita con grande attenzione. Improvvisamente si è staccato un grosso masso dalla volta della galleria, che è caduto sulla cabina di guida. Il povero operaio ha subito un ”gravissimo politraumatismo, che gli ha causato l’arresto cardiocircolatorio”. Le cause dell’infortunio si sapranno dopo gli accertamenti, che sono in corso. Per questo la galleria di San Tomio a Malo è stato posta sotto sequestro. Attualmente è indagato solo il capocantiere Luigi Cordaro come atto dovuto. (@G.Pensavalli)

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