Dopo mesi di chiacchiere e anticipazioni, compresa quella del cronista, Guido Lo Forte fa i conti con la prossima scadenza del mandato di procuratore capo di Messina e sembra aver accettato l’idea di fare il procuratore generale di Firenze, che da fine giugno 2015 è retto da un facente funzione per la morte di Tindari Baglione.
Lo Forte, come è noto, aveva puntato le sue fiches su Palermo e Caltanissetta ma ci sono stati fin troppi veti quirinaleschi per via della cosiddetta Trattativa stato-Mafia, visti i precedenti palermitani del nostro.
Detto che in parecchi vorrebbero fare il “capo” a Messina e andrebbe letta bene l’ipotesi di Nuccio Petralia, oggi a Ragusa e già aggiunto a Messina in quota DDA, è arrivato il momento di ricordare come venne accolto Lo forte a Messina il 19 settembre 2008. «Messina è una città felice. Così felice e fortunata da non essere inquinata dalla mafia.» Ricordate? Era il volantino che Messina in Movimento consegnò al neo procuratore Lo Forte …
Il volantino proseguiva elencando i più gravi -non-difetti- della città: «Un luogo dove non si riscontrano reati penali gravi; le archiviazioni quindi non hanno motivo di esistere e neppure le intercettazioni hanno mai provocato ripercussioni. L’omicidio feroce di un docente del policlinico universitario (Matteo Bottari,ndr) sembra non sia neppure mai avvenuto. Un effetto onirico? Anche le elezioni si svolgono in perfetta regolarità e trasparenza. I risultati si conoscono sempre, con la dovuta calma, dopo qualche mese dall’esercizio del voto. Una comunità dove il principio di fratellanza è un valore diffuso. Le pubbliche amministrazioni sono limpide e non sono sfiorate da atti di corruzione e concussione. Nessun conflitto d’interessi inquina i rapporti tra la politica e gli affari. Il riciclaggio di danaro illecito neppure si immagina. Niente usura. Soltanto qualche piccolissima estorsione e qualche sporadico spaccio di sostanze stupefacenti da parte di balordi.Insomma un vero paradiso terrestre».
E poi «Le colline sconoscono le tristi colate di cemento di altri luoghi. Qui l’oro non è grigio (riferimento a una operazione sul territorio che portò in carcere il figlio dell’ex sindaco Fortino e azzerò di fatto la carriera del procuratore aggiunto Siciliano, ndc). Le immobiliari costruiscono nel rispetto delle leggi e con le cubature consentite. Le cooperative edilizie e l’edilizia convenzionata pubblica rappresentano il massimo dell’efficienza. Le baracche ormai non vengono demolite solo per la gioia di qualche cronista curioso. Persino l’appalto per degli svincoli è fermo da quasi 20 anni per non alterare il paesaggio. L’approdo di Tremestieri, realizzato per eliminare il passaggio dei tir dal centro urbano, funziona a pieno ritmo. Gli approdi concessi sempre e da 40 anni agli stessi privati rappresentano la gloria del nostro waterfront. Non esiste traccia d’inquinamento nell’aria. Le polveri sottili vengono riassorbite da un sistema brevettato che prende il nome di -via col vento-. Le istituzioni sono sempre a disposizione dei cittadini e non colludono mai con i poteri forti. Persino due stadi di calcio sono stati regalati dal Consiglio comunale a dei poveri cristi che realizzeranno, a proprie spese, centri di solidarietà e di sostegno per i bisognosi».
Insomma, pare che a Messina ci sia poco da lavorare, ma il volantino, comunque, concludeva: «In ogni caso le auguriamo lo stesso buon lavoro!» @Gianfranco Pensavalli