Lo storico Centro Antiviolenza di Messina si è costituito parte civile, attraverso la procura legale data dalla Presidente avv. Carmen Currò all’avv. Maria Gianquinto, nei confronti di Faouzi Dridi, il tunisino di 54 anni, difeso dall’avv. Alberto D’Audino, imputato per avere ucciso la moglie Omayma Benghaloum, di 32 anni, colpendola al capo con un oggetto di legno all’interno della loro abitazione causandone appunto la morte lo scorso settembre 2015.
“Si tratta di un importante traguardo quello raggiunto oggi 14 aprile 2016 dal CeDAV Onlus – ha dichiarato Carmen Currò – Prima dell’epilogo tragico, lo stesso Dridi aveva “l’abitudine” di maltrattare le figlie e la moglie, quest’ultima colpevole di non avergli dato un figlio maschio. Oltre ad averle precluso ogni possibilità di intrattenere rapporti di amicizia con altre persone e colpevolizzandola per la mancata nascita di un figlio maschio.
Durante l’ udienza preliminare, dinnanzi al Gup dott.ssa Vermiglio, la costituzione di parte civile è stata voluta, e ammessa non senza resistenze da parte del pm Pietro Vinci, perché l’associazione ha – tra gli scopi statutari – quello di prevenire e contrastare la violenza di genere e ogni tipo di discriminazione contro le donne e i minori, tenendo conto della relazione tra violenza domestica e violenza assistita. La violenza di genere, infatti, è violazione dei diritti umani (così come stabilito anche Convenzione di Istanbul del 2011) ed è un illegittimo impedimento alla cittadinanza delle donne e allo sviluppo del loro benessere psicofisico e alla partecipazione alla vita della comunità.
La costituzione di parte civile di questa mattina da parte del CeDAV è un traguardo storico perché finalmente l’associazione riesce a far valere – di fronte a un giudice ordinario – le proprie istanze ogni qualvolta dai reati contestati agli imputati derivi la lesione di un diritto soggettivo inerente lo scopo statutario perseguito. Durante questa prima udienza, l’associazione messinese ha sottolineato come sia emotivamente e direttamente coinvolta dall’omicidio della giovane mediatrice Omayma vittima indiscutibilmente di femminicidio”.
Oltre al CeDAV, si sono costituiti parte civile anche le figlie minorenni, difese dall’avv. Paola Rigano e tutelate dall’avv. Maria Rita Ielasi, e i congiunti prossimi di Omayma, difesi dall’avv. Mariastella Bossa.