Il cerchio sul’incendio della scuola elementare di Mili è stato chiuso. Tre i minorenni di 12, 16 e 17 anni che hanno raccontato alla polizia di come avevano deciso di fare qualcosa di “speciale” per salutare un amico che sarebbe partito di li a poco, organizzando una cena all’interno della scuola chiusa.
Il brivido del “proibito” che però si è trasformato in una sciagura: i danni provocati, infatti, hanno bruscamente interrotto la vita scolastica nel plesso distrutto dalle fiamme.
I tre hanno raccontato agli agenti il loro piano, che prevedeva l’allestimento di una cena e per la quale già nel pomeriggio, avevano iniziato i “preparativi”. I più grandi hanno aiutato il dodicenne a passare attraverso il lucernaio della porta, per poi aprire dall’interno.
Lì hanno scelto una classe, sistemando banchi e cattedra a formare un’unica tavolata. Immaginavano di prendere la pizza e cenare indisturbati nella scuola deserta. Poi però è accaduto l’imprevedibile: per gioco hanno iniziato a dare a fuoco a dei volanti, scatenando un incendio che si è velocemente propagato, da un mobile all’altro.
Hanno tentato, incoscienti del pericolo che stavano rischiando, di spegnere da soli le fiamme. Ma ne i secchi d’acqua ne l’estintore hanno bloccato un’incendio ormai divampato e che è stato domato solo dopo quattro ore dai vigili del fuoco.
Sono usciti di corsa dalla scuola, mentre il fumo avvolgeva l’ambiente, sotto gli occhi dei residenti che hanno lanciato l’allarme.
Una ragazzata che lascia l’amaro in bocca. Di certo gli spazi di aggregazione a Mili sono ben pochi, ma certo l’idea di “profanare” una scuola è azione che la dice sulla sulla maturità e l’educazione di questi ragazzini.