La Settimana Santa è un momento particolarmente evocativo, durante il quale in Sicilia si rivivono antichi riti e tradizionali manifestazioni, per celebrare la Pasqua. Dagli “schetti” di Terrasini, ai diavoli di Prizzi, dai Misteri di Trapani alla processione delle Barette di Messina: eventi suggestivi celebri anche all’estero, che possono essere occasione per un viaggio insolito nell’isola più grande del Mediterraneo.
I riti delle Barette a Messina trovano fondamento nella storia della Sicilia spagnola 1516 – 1713 quando l’intera isola soggetta alla dominazione della Corona d’Aragona, unita al Regno di Napoli passa sotto la giurisdizione della Corona di Spagna. La processione, che si celebra il venerdì santo ed è stata interrotta nei secoli solo dagli eventi sismici (come nel 1783 e nel 1908) è caratterizzata da 12 gruppi statuari che rappresentano le classiche fermate della via Crucis, attraversano la città, in un corteo animato dalla presenza di tante confraternite nei costumi originali.
A Trapani, vi è invece la processione dei Misteri. Quattrocento anni fa la Confraternita religiosa del preziosissimo sangue di Cristo e dei Misteri cominciò con il realizzare delle piccole rappresentazioni di carattere teatrale per raccontare a chi non sapeva leggere le storie del Vecchio e Nuovo Testamento. Ogni Venerdì Santo per le strade della città vengono portate a spalla diciotto antiche statue di legno, i ‘misterì appunto, raffigurazioni artistiche della Passione e Morte di Cristo, più i due simulacri di Gesù Morto e di Maria Addolorata. Le statue sono state realizzate dagli artigiani trapanesi del XVII e XVIII secolo e vengono “annacate” dai “massari” creando così un movimento ondulatorio che segue le cadenze dei brani musicali suonati dalle bande.
Di Venerdì Santo anche la caratteristica Via Crucis vivente a Marsala, con dei quadri rappresentati da personaggi in carne ed ossa che ripercorrono i momenti più saliente della Passione di Cristo.
Oltre al tema della Passione, in diverse località alcune tradizioni riguardano i “disturbatori”. Ad esempio a Prizzi in provincia di Palermo, protagonisti sono i Diavoli: durante la processione di Pasqua, due “diavoli” e la “morte” cercano di ostacolare l’incontro tra la Madonna e Gesù risorto e sono scacciati dagli angeli. Mentre a San Fratello in provincia di Messina, sui Nebrodi, si celebra la “Festa dei Giudei”, una manifestazione della settimana pasquale molto insolita, studiata da molti etnologi. Si caratterizza per la presenza dei “Giudei”, gruppi di persone che scorrazzano per il borgo suonando trombe, indossando un’uniforme colorata e disturbando addirittura le manifestazioni religiose, senza però profferire parola. Impersonano più demoni allegri e chiassosi che i carnefici di Cristo e sul loro significato gli studiosi hanno fatto varie ipotesi.
Altro grande tema delle celebrazioni pasquali è quello dell’Incontro, una processione che inizia generalmente molto presto la mattina di Pasqua, con la statua della Madonna che va lungamente in cerca del figlio. Dopo un lungo itinerario, che spesso procede con rituale lentezza, avviene l’incontro tra la statua del Cristo risorto e quella della Madonna per la quale spesso viene prevista una subitanea metamorfosi con la sostituzione della statua o del manto (come a Modica, Ribera, Alcara li Fusi) e volo di colombe (Aragona), per esprimere il potere di rinascita della Resurrezione.
Pasqua è anche la Festa di li Schietti. A Terrasini i giovani celibi si cimentano in una singolare gara che consiste nell’alzare al cielo con un braccio solo, un albero d’arancio di 50 chili ricoperto di nastri colorati. L’albero viene portato in giro per il paese e si ferma per la “prova di forza” sotto la casa delle fidanzate.
Ogni borgo ha una tradizione, certamente la settimana di Pasqua può essere un periodo suggestivo per raggiungere la Sicilia.